I medici, i ricercatori, e le società scientifiche esprimono preoccupazione a causa delle derive costatate sui social e su alcuni media che diffondono false informazioni scientifiche. Bisogna invece sostenere i professionisti della salute che si sforzano a fornire al gran pubblico notizie chiare e leali, fondate su dati scientifici. Recentemente qualcuno ha sostenuto che i vaccini anti-Covid sarebbero inefficaci, o peggio, sarebbero responsabili di tumori maligni o della malattia di Cretzefeldt-Jakob (la mucca pazza), mentre nessun dato epidemiologico rapporta un qualsiasi aumento di queste malattie legato alla vaccinazione. Altri non esitano ad affermare che le vaccinazioni anti-Covid sarebbero responsabili di ictus cerebrali e di infarto del miocardio, il tutto in contraddizione con molti studi epidemiologici, tra i quali due studi francesi condotti da Epi-Phare, studi che non hanno costatato alcun legame tra queste patologie e i vaccini a RNA messaggero. D’altronde, nessun dato credibile di biologia molecolare sostiene l’idea di un’integrazione di frammenti di DNA vaccinali nel genoma umano a partire dai vaccini a RNA messaggero.
Queste dichiarazioni inquietanti mettono in luce la volontà di alcuni di diffondere confusione e paura nel grande pubblico con informazioni non sostenute. Bisogna ricordare che le affermazioni di scienza medica devono riposare su dati solidi venuti fuori dalla scienza.
Gli effetti indesiderabili dei vaccini si osservano essenzialmente nei giorni che seguono le iniezioni, o al massimo dopo qualche settimana. Così, in seguito alla costatazione di trombosi gravi in soggetti giovani dopo vaccinazione anti-Covid con vettore virale, l’impiego dello stesso è stato sospeso, senza che niente sia stato nascosto al pubblico. In ogni caso si è trattato di casi rari che poi, alla fine, illustrano che il sistema di farmacovigilanza internazionale ha funzionato. In questo contesto sarebbe auspicabile sostenere una legislazione riguardante le derive settarie, introducendo sanzioni per coloro che incitano ad abbandonare o a denigrare un trattamento farmacologico riconosciuto. Bisogna sostenere le vaccinazioni nella strategia della prevenzione, il tutto naturalmente dopo dimostrazioni scientifiche di grande e riconosciuta qualità. Si tratta dell’impegno totale della scienza medica contro le malattie.
L'autore è Medico - Endocrinologo