Medicina: il triplo agonista o la "triplice alleanza" per combattere l'obesità

Nel 2035 l’obesità riguarderà il 25% della popolazione mondiale

medicina il triplo agonista o la triplice alleanza per combattere l obesita

Commento dello studio “Triple-Hormone-Receptor Agonist Retatrutide for Obesity-A Phase 2 Trial”. AM Jastreboff, LM Kaplan, JP Frias. N Engl J Med.

Avellino.  

Come anticipato la scorsa settimana, parleremo del triplice agonista dei recettori del glucagon like peptide1 (GLP1), del glucose-dependent insulinotropic polypeptide (GIP), e del glucagone.

Nel 2035 l’obesità riguarderà il 25% della popolazione mondiale. Il trattamento farmacologico dell’obesità conosce attualmente una rivoluzione con lo sviluppo di nuove molecole.

Il primo di questi trattamenti è stato quello dell’agonista del recettore del GLP1 (semaglutide, dulaglutide), che permette una perdita di peso di circa il 15%. Il secondo trattamento è stato quello del duplice agonista del GIP e del GLP1 (terziparetide) che permette una perdita di peso di circa il 20%. In ragione di tale efficacia, il triplice agonista del GLP1, del GIP, e del glucagone (retatrutide) è in corso disviluppo.

Lo scopo di questo studio è di verificare la sua efficacia, la sua sicurezza, e gli effetti secondari nel trattamento dell’obesità, secondo le dosi utilizzate. Si tratta di uno studio di fase 2, in doppio cieco, randomizzato contro placebo, includente pazienti con indice di massa corporea (BMI) superiore a 30 kg/m2, o superiore a 27 kg/m2 ma con una complicazione legata all’obesità. I criteri di esclusione erano la presenza di un diabete, un antecedente di chirurgia bariatrica, e un antecedente di trattamento farmacologico dell’obesità. I pazienti hanno ricevuto sia un placebo, sia retatrutide in iniezione sottocutanea una volta alla settimana per 48 settimane.

Vi erano 6 gruppi di pazienti trattati con dosi diverse di retatrutide, da un milligrammo a 12 milligrammi. Il criterio principale di giudizio era il percento di perdita di peso dopo 24 settimane. I criteri di giudizio secondari erano la perdita di peso dopo 48 settimane, il percento di pazienti con una perdita di peso del 5, del 10, o del 15%, e la sicurezza del trattamento. Lo studio ha incluso 338 adulti con il 51,8% di maschi, e un’età media di 48 anni. Il 30% dei pazienti aveva in BMI superiore a 40 kg/m2, il 27% un BMI tra 35 e 40 kg/m2, il 38% un BMI tra 30 e35 kg/m2, e il 4% un BMI inferiore a 30 kg/m2. La perdita di peso media dopo 24 settimane era di -7,2% nel gruppo 1 mg, -12,9% nel gruppo 4 mg, -17,3% nel gruppo 8 mg, e -17,5% nel gruppo 12 mg, contro il -2,1% nel gruppo placebo. La perdita di peso media dopo 48 settimane era di -8,7% nel gruppo 1 mg, -17,1% nel gruppo 4 mg, -22,8% nel gruppo 8 mg, e -24% nel gruppo 12 mg, contro il -2,1% del gruppo placebo.

Effetti principali secondari sono stati di tipo gastro-intestinale e legati alla dose impiegata. In conclusione negli adulti obesi retatrutide ha dimostrato la sua efficacia sulla perdita di peso: da -8,7 a -24% del peso iniziale secondo la dose impiegata. La perdita di peso era accompagnata da un miglioramento dello stato metabolico del paziente. Uno studio di fase 3 è già in essere.

L'autore è Medico - Endocrinologo