Medicina: quali sono i nuovi farmaci antidiabetici nella patologia coronarica

I nuovi trattamenti hanno dimostrato effetti cardiovascolari di prevenzione nei diabetici del tipo 2

medicina quali sono i nuovi farmaci antidiabetici nella patologia coronarica

Commento allo studio: “Real-life use of novel gflucose lowering agents in coronary artery disease: experience from the SWEDHEART-registry”. V. Ritsinger . EASD” 2023, Hambourg Germany, 2-6 october 2023.

Avellino.  

Recentemente gli inibitori di SGLT2 e gli agonisti del recettore di GLP-1 (GLP-1 RA) hanno dimostrato effetti cardiovascolari di prevenzione nei pazienti diabetici del tipo 2.

L’obbiettivo era dunque di studiare l’impiego reale di questi nuovi farmaci ipoglicemizzanti nei pazienti affetti da diabete e da malattia coronarica. Sono stati inclusi tutti i pazienti diabetici e coronarici sottoposti ad una coronarografia dal 2010 al 2021 e registrati nel registro svedese di angiografia e angioplastica, tra i quali il 70% aveva sofferto di un infarto acuto del miocardio. I dati sui trattamenti antidiabetici nei sei mesi dopo la coronarografia sono stati raccolti a partire dal registro dei farmaci prescritti e raggruppati per classe terapeutica. La mortalità è stata controllata fino al dicembre 2021 e valutata in analisi di sopravvivenza con i nuovi trattamenti ipoglicemizzanti cardioprotettori.

Sui 38.671 pazienti (67,3% maschi), di età media di 68,6 anni, l’impiego dei nuovi antidiabetici è aumentato rapidamente a partire dal 2016. Ciò si spiega principalmente con l’impiego degli SGLT2i, e in minore misura del GLP-1 RA. L’utilizzazione dell’insulina e dei sulfamidici è diminuita mentre quella della metformina è leggermente aumentata. I pazienti trattati con i nuovi farmaci erano più giovani, più spesso di sesso maschile, con meno episodi di insufficienza cardiaca, e meno antecedenti di infarto del miocardio. Il tasso di mortalità sul lungo termine era più alto nei pazienti senza trattamento ipoglicemizzante, seguito dai pazienti in trattamento convenzionale, e più basso nei pazienti trattati con i nuovi farmaci ipoglicemizzanti. Ma a questo punto sono necessarie delle precisazioni.

Lo studio ha riguardato pazienti diabetici già coronaropatici, e pertanto non si parla di prevenzione. Il diabetico è sempre un potenziale cardiopatico. Pertanto i cosiddetti nuovi farmaci vanno impiegati già in fase iniziale, quando non si è ancora manifestata la coronaropatia, ma sono presenti evidenti fattori di rischio, aggiunti al diabete, come l’obesità, l’ipertensione arteriosa, e l’ipercolesterolemia.

Nei nostri ambulatori detti farmaci vengono già impiegati da tempo per la terapia del diabete del tipo 2 e per la prevenzione degli eventi cardiovascolari maggiori. I farmaci di cui sopra non sono assolutamente nuovi. Diciamo che è nuovo il grande interesse per gli stessi, comunque sistematicamente ostacolato da una burocrazia assurda e fuori del tempo. Ma questo è un altro discorso.

L'autore è Medico - Endocrinologo