E' un'agonia che continua. Ha chiuso un'altra attività commerciale, un mini market di qualità che non ha retto al lento e inesorabile declino di un centro storico che sembra imprigionato da lavori infiniti e da una movida davvero improbabile.
La crisi aveva già cancellato a poca distanza lo storico ristorante “Barone”, mentre a piazza Castello (anche qui lavori e lavori) aveva già abbassato la serranda un bar che proponeva baguette di qualità. Diciamo la verità: lo scenario di Corso Umberto è deprimente. Auto sui marciapiedi, servizi inesistenti, degrado diffuso. Per non parlare dei miasmi che arrivano dal Fenestrelle, fogna a cielo aperto. Il tabaccaio della zona ha persino in maniera provocatoria messo in vendita delle ampolle con l'aria fetida che proviene dal torrente. Si batte da anni denunciando quello che non va, nessuno lo ascolta. L'idea di un centro storico che doveva rinascere per ora resta chiusa nel cassetto.
Resiste qualche bar che smercia spritz a buon mercato e qualche vineria che avvia l'attività sperando di sfruttare la scia di un'estate che ha proposto un modello di città spensierata e godereccia, infischiandosene della vivibilità di chi abita il centro della città di Avellino e che la mattina si alza presto per andare a lavorare. Siamo al 7 di ottobre e c'è ancora qualche bar che propone discoteche all'aperto al Corso Vittorio Emanuele, senza che ci sia un agente o un vigile urbano a far rispettare le regole del buon vivere. E' la movida fracassona e forse sarebbe fuorilegge. E va bene così. A chi rivolgersi? E' sabato, la prefettura è chiusa. Amen. Mettetevi l'anima in pace. Se avete voglia provate a chiamare il 112. Ah, scusate questa è la città enjoy, anche se non ci sarebbe più nessun motivo per godere e sorridere...