Certe spine uno è meglio che se le tolga subito dal cuore. Era appena il 2022, una manciata di mesi fa, quando il consigliere regionale Livio Petitto si faceva fotografare, orgoglioso, con Enrico Letta e Umberto Del Basso De Caro, segretario nazionale del Pd il primo, maggiorente della “corrente” di minoranza democrat in Campania.
Una illuminazione e Petitto era “tornato con orgoglio” nel partito dove aveva mosso i primi veri passi nella politica degli agi, dove si cammina a diecimila euro al mese e si viaggia in auto che la gente comune può solo sognare.
Di questi democratici sedicenti di sinistra uno che è veramente di sinistra fa volentieri a meno. E alla fine Livio Petitto si è aggiustato per strada. Ha preso la prima a destra, ambientino dove ha intuito esserci spazi di manovra, visto che tra Fratelli d'Italia e Forza Italia da queste parti si sonnecchia e si stenta a trovare vere figure di riferimento.
Gianfranco Rotondi, parlamentare di destra, è un vecchio democristiano, abituato da Gerardo Bianco a stare sempre nelle nicchie delle minoranze riconosciute. Rotondi l'Irpinia l'ha ritrovata come minore dei mali. Per lui l'aternativa sarebbe stata uscire di scena, visto che Forza Italia aveva altri da proporre nei seggi dove non si lotta, ma si incassa.
Quest'altalena cui da decenni siamo abituati, specchio di un nulla ideologico percepibile, in alcuni palpabile, si sarebbe consumata in vista delle comunali nel capoluogo. Perché Gianluca Festa, l'uomo che anche lui poco tempo fa sussurrava al pallottoliere davanti la porta chiusa del Partito Democratico (il suo partito), avrebbe bisogno di un traghettatore dei voti di “destra” verso la coalizione civica, che lo ha portato al Comune.
“Davvero” non si sa se Petitto, in questo caso, farà la parte di quel frontaliere medievale che chiedeva sempre “un fiorino” a Troisi e Benigni, o di Caronte, per traghettare le anime degli avellinesi senza leader dall'altra sponda.
Quando vedremo Livio Petitto farsi fotografare sorridente dietro Giorgia Meloni, magari accompagnato da Italo Bocchino, la trasmutazione si sarà consumata. E si potrà dire: questo sì che è un politico coerente.