Avellino, infermieri picchiati e minacciati: siamo bersagli dei violenti

Il presidente Opi Cusano: è un problema culturale

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Avellino.  

Purtroppo registriamo un nuovo episodio ad un già crescente numero di aggressioni ad infermieri, medici e sociosanitari. L'Opi esprime solidarietà al collega aggredito in carcere ad Avellino. 

"Minacce, lesioni, aggressioni, sono quasi 5.000 gli episodi di violenza in corsia negli ultimi tre anni, Circa 1.600 l'anno e in 7 casi su 10 la vittima è una donna. Sono numeri allarmanti, il bollettino di una guerra che ogni giorno si consuma in ambito assistenziale . E’ un problema culturale: chi attende risposte ad un bisogno di salute deve capire che gli operatori sanitari sono lì per aiutare". Così Rocco Cusano in una nota stampa. 

"E’ necessario assicurare, ad ogni costo, un ambiente di lavoro sicuro e privo di aggressioni verbali, Fisiche e psicologiche a tutti i nostri infermieri e agli altri operatori sanitari.  La violenza contro gli operatori sanitari è inaccettabile. La violenza verso gli infermieri, medici, OSS E quanti a vario titolo prestano cure nei nosocomi italiani e sono esposti alla violenza, bruta, cieca, di vandali, di incivili, persone violente e aggressive che usano la forza fisica contro chi li aiuta, non ha solo un impatto negativo sul benessere psico-fisico del personale sanitario, ma influisce anche Sulla loro motivazione al lavoro. Di conseguenza, questa violenza compromette la qualità delle cure E mette a rischio l'offerta sanitaria. Porta anche a immense perdite finanziarie nel settore sanitario.

E’ quindi di fondamentale importanza migliorare le condizioni di sicurezza dei lavoratori della sanità, perseguendo obiettivi ben precisi: promuovere maggiori e omogenei livelli di sicurezza nelle Strutture sanitarie per quanto concerne i fenomeni di aggressioni agli operatori e agli utenti; migliorare la sicurezza del personale sulla base dei livelli di rischio; gestire ogni episodio di violenza, Segnalato in azienda, e monitorare gli eventi sentinella, impedendo il ripetersi dell’accaduto e Individuando le cause, che lo determinano, e le eventuali misure necessarie da intraprendere. Chiedere maggiore rispetto per chi cura la salute altrui e una maggiore presenza delle forze dell’ordine negli ospedali e sul territorio, perché si finisca con il considerare gli infermieri come dei bersagli o come dei capri espiatori di tutte le eventuali disfunzioni del sistema sanitario". Conclude Cusano.