Atripalda, Don Mimmo Battaglia al Giubileo: "C'è una porta santa in ogni vita"

L'Arcivescovo di Napoli incanta e commuove la folla di fedeli irpini all'inizio dell'anno giubilare

Sant'Ippolisto e i martiri dell'antica Abellinum, primi evangelizzatori di Irpinia e Sannio

Atripalda.  

“C'è una porta santa in ogni vita, attraversatela ogni giorno perché solo così incontrerete Dio”. E' questo il messaggio che l'arcivescovo di Napoli, per tutti “don Mimmo” ha lasciato alla comunità irpina riunitasi numerosa nella Chiesa Madre di Atripalda per l'inizio del Giubileo Ippolistiano.

Una folla commossa ha ascoltato rapita le parole di monsignor Battaglia, una visita tanto attesa, in un primo maggio segnato dalla pioggia, che ha superato ogni aspettativa del parroco Don Luca Monti e di Don Ranieri che hanno fortemente voluto la presenza dell'arcivescovo in questa occasione.

Il Giubileo Ippolistiano, l'esempio dei martiri vive dopo 1720 anni 

A 1720 anni dal martirio di Sant'Ippolisto e dei primi cristiani che abitavano Abellinum, la Cittadina del Sabato inizia un percorso di fede lungo un anno.

Suggestivo il rito che ha visto partire la processione dalla Chiesetta del Carmine fino alla scalinata che conduce alla Chiesa Madre nel centro storico, i cui sotterranei custodiscono lo Specus Martyrum, la cripta in cui sono venerate le reliquie dei primi cristiani e martiri.

Tre volte l'arcivescovo ha bussato e la grande porta incorniciata di fiori si è aperta lasciando che la folla di fedeli entrasse per la cerimonia religiosa.

Con l'avvio del Giubileo infatti Papa Francesco ha accordato anche l'indulgenza plenaria a tutti i fedeli che pregheranno nello Specus Martyrum sulle tombe dei Santi martiri.

A tutti loro Don Mimmo ha ricordato che la Chiesa non è “fatta di apparati” ma di persone chiamate a testimoniare ogni giorno con “le prove” la loro fede autentica.

“Questa celebrazione - ha detto l'Arcivescovo - è un invito a ritrovare l’essenza del cristianesimo. Non dobbiamo riempirci la bocca di parole ma essere cristiani nei fatti. Ogni problema può essere superato varcando la soglia del proprio cuore, proprio come è stata aperta questa porta santa. La fede è uscire fuori dai recinti, in strada, per andare incontro alla speranza. Una Chiesa che non sogna non può evangelizzare, c’è bisogno del coraggio del sogno di Dio”.

L'esame delle reliquie dei martiri al carbonio 14 
 

A precedere l’avvio del Giubileo nelle settimane scorse una solenne ricognizione canonica delle ossa dei Santi Martiri da parte di una commissione medica nominata dal vescovo

di Avellino Arturo Aiello. Gli esami al carbonio 14 potrebbero conferire il titolo di basilica alla chiesa madre atripaldese, prima ad esserlo in Irpinia. «La storia di persecuzione di cui furono vittime Ippolisto e i suoi compagni, segna il passato, il presente e il futuro». Nei giorni scorsi in città anche Monsignor Enrico Dal Cavolo rettore emerito della Pontificia Università Lateranense, l’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca perché Sant’Ippolisto fu primo evangelizzatore dell’Irpinia e del Sannio e don Luigi Epicoco.