Circa 2.000 persone al Santuario di Montevergine per la Festa della Candelora, che torna in presenza dopo quasi tre anni di pandemia. Un evento che si rinnova, tra fede e devozione, tradizione e unicità. Sono arrivati anche da fuori regione i femminielli, per la festa dell’orgoglio e impegno della comunità Lgbtq.
Un evento che risale nei secoli e che, come ha spiegato Loredana Rossi, presidente di Atn Napoli: ricorda la grande armonia divina che riunisce ogni persona e essere del creato, sotto il manto amorevole e protettivo di Mamma Schiavona, la Madonna dal volto nero, degli ultimi e di tutte le persone che vivono dolore e disagio”.
“Celebriamo la festa dell’incontro”, ha detto l’Abate di Montevergine don Riccardo Guariglia. Festa di colori, tammorre, fede, preghiere e devozione sul sagrato dell’Abbazia. E’ tornato in presenza il tanto atteso evento, che celebra, la festa dell’orgoglio della comunità Lgbtq.
“Tutti hanno diritto alla fede, al di là dell’orientamento sessuale”, ha detto Vladimir Luxuria, madrina d’eccezione dell’evento, che negli anni è stato ribattezzato il femminiello pride. Luxuria ha poi salutato Marcello Colasurdo: “uno straordinario uomo e artista, la sua assenza, per motivi di salute, è dolorosa per tutti. Gli mandiamo un grande bacio con l’augurio che, prestissimo, possa tornare a pregare cantando con la sua voce unica per Mamma Schiavona”.
Luxuria ha anche detto: le mie preghiere per l’inclusione delle persone omosessuali sono state in parte esaudite. Papa Francesco sta finalmente aprendo le porte di una chiesa, che per troppi secoli è rimasta chiusa per le persone della nostra comunità. Mi auguro che il nostro adorato Papa possa venire a Montevergine, per conoscere questa straordinaria realtà di fede viva e gioiosa. Si sta realizzando quella dolce “rivoluzione” che riavvicina i credenti di qualsiasi orientamento sessuale e la chiesa, rispettando anche il volere di Francesco, un Papa straordinario”.
Intanto Don Vitaliano della Sala, parroco di Capocastello lancia la proposta : Aggiungere la F alla sigla Lgbtq+, per un formale riconoscimento anche dei “femmenielli” “che sono una caratteristica campana”, ha detto il prete no global.