Un messaggio di forza, resistenza e caparbietà, un messaggio che corre sulle due ruote. Quello del colonnello Carlo Calcagni, l’ufficiale dell’esercito-paracadutista, pilota ed istruttore di volo, ammalatosi a seguito del contatto con l’uranio impoverito mentre era in missione nei Balcani nel 1996. Sta percorrendo lo stivale in bicicletta per portare un messaggio di speranza e di coraggio alle comunità. Oggi, scortato da tanti ciclisti, è arrivato ad per consegnare la staffetta del suo tour al sindaco Gianluca Festa. “È andata benissimo. Abbiamo unito la nostra passione per portare avanti un messaggio di speranza e di rinascita. Non è importante salire sul podio per vincere: io lo faccio ogni mattina, quando vedo una nuova alba, un nuovo giorno, senza sprecare nessun istante. Né un passo avanti, né un passo indietro. Soltanto uniti, si vince. Sono state tante le richieste di aiuto. Per chi come me, ogni giorno, vive le malattie e le privazioni, avere noi al loro fianco è importante. "Non sono un supereroe - ci tiene a precisare Calcagni - ho bisogno del contatto con la gente e i giovani specie chi è in difficoltà è cosi dovrebbero fare sempre le istituzioni. Dovrebbero sempre stare al fianco dei più deboli, dovrebbero scendere in strada tra le persone, nelle zone più disagiate e portare un aiuto concreto. Dobbiamo farlo tutti, a ogni livello. Dobbiamo sempre condividere qualcosa con gli altri, quando ci sono le difficoltà".
Carlo Calcagni ad Avellino: "il mio è un messaggio di speranza e resistenza"
L'ufficiale dell'esercito, ammalatosi con l'uranio impoverito, sta percorrendo l'Italia in bici
Avellino.