L'Irpinia ricorda Chiara Vittoria, la più giovane vittima del covid: stroncata dal virus a soli 17 anni. Oggi, venerdì 13 maggio, ad Avella ci sarà una messa per ricordare la giovanissima, morta il 5 dicembre del 2020 al Moscati di Avellino dopo aver lottato contro il virus. Oggi ci sarà una messa nel giorno di quello che sarebbe dovuto essere il suo 19esimo compleanno. La funzione religiosa si terrà alle ore 19, presso la chiesa del convento di Avella. Dopo la messa fuori l'abitazione dei familiari di Chiara, in via Carlo III, ci sarà un volo simbolico di lanterne e palloncini , sulle note della canzone preferita della dolce Chiara Vittoria.
A distanza di un anno dalla scomparsa della giovane e sfortunata ragazza di Avella i genitori, la sua adorata sorella, i nonni e i parenti tutti lo scorso 5 dicembre avevano voluto ricordarla donando all’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino (una foto della cerimonia, ndr con i genitori e familiari di Chiara, ndr), al suo personale, ai malati e ai loro familiari un ulivo, che è stato piantato con una statuetta e una targa a memoria della dolce Chiara. Un simbolo di pace, amore e speranza.
"Chiara parlava con gli occhi" - aveva raccontato commosso papà Antonio. "Questo ulivo rappresenti un segnale di speranza per i familiari di tutte le vittime di questo maledetto virus - aveva dichiarato Antonio Vittoria, padre di Chiara -. Chiunque ha patito un dolore come il nostro, sa cosa significa sapere che la persona più cara sta lottando da sola in ospedale. È un incoraggiamento anche ai medici che stanno continuando questa battaglia. Non possiamo non ringraziare proprio i sanitari, medici, infermieri e psicologi che con straordinaria umanità in quei tragici 13 giorni ci sono sempre stati accanto, aggiornandoci costantemente al telefono”.
“Serve forza e fede- aveva detto mamma Pina -. Il covid è un mostro che entra in casa tua senza chiedere permesso e che flagella la tua vita, strappandoti nel peggiore dei casi le persone più care, come è accaduto a noi con la nostra Chiara. Ora c’è il vaccino e ognuno di noi deve fare la sua parte, vaccinandosi”. "Il ricordo più bello di mia figlia è il suo sguardo - aveva raccontato alla cerimonia al Moscati il padre della giovane - lei parlava con gli occhi".