Le dimissioni di Rosanna Repole, presentate appena qualche ora dopo di essere stata indicata alla carica di presidente e ad aver preso parte finanche alla conferenza stampa di presentazione, non risolvono il pasticcio delle nomine dei nuovi assetti della Fondazione “Sistema Irpinia”. Non solo è stata contravvenuta una specifica norma di legge che vieta le nomine di coloro che hanno ricoperto nei due anni precedenti una carica di rappresentanza istituzionale presso l’Ente Provincia, ma è stato commesso un atto politico che ha disatteso le aspettative di quanti hanno creduto in una vera discontinuità.
Senza entrare nel merito delle titolarità individuali dei componenti del nuovo consiglio di amministrazione, l’indicazione a Presidente della Fondazione della ex consigliera provinciale, non rieletta, ha assunto tutto il sapore contraddittorio di un risarcimento politico verso chi si era distinto nell’esperienza amministrativa della Presidenza Biancardi per assecondare uno schema apolitico votato al solo consociativo-gestionale che il presidente della Provincia Buonopane ha inteso espressamente superare nei suoi propositi elettorali e nelle sue premesse programmatiche.
Già durante la campagna elettorale “Sistema Irpinia” era stato unanimemente riconosciuto dalle forze progressiste che ne hanno condiviso il progetto politico come l’emblema di un modello politico da superare nel metodo e nel merito e che rispetto ad esso occorreva avviare un’importante e partecipata discussione.
Invece non è stato così e si è preferito procedere incuranti di tali impegni lasciando intatta l’architettura di parte con la quale la Fondazione era stata costruita con oggettivi limiti di funzionalità e di individuazione di serie strategie di politiche di sviluppo per l’importante settore turistico territoriale irpino.
Le stesse nomine hanno corrisposto anche a una sostanziale rappresentanza di associazioni ed enti individuati senza un criterio oggettivo e compiendo delle scelte che penalizzano il ricco e plurale panorama sociale e associativo della nostra provincia.
Quello che è mancato in questo vicenda è stato proprio quel confronto tanto declamato e che ancora una volta vede il Partito Democratico privilegiare l’esigenza di compensazione di equilibri interni e mal sopiti approcci mastelliani piuttosto che infondere uno spirito di coalizione al quale Sinistra Italiana intende, nonostante tutto, ancora credere adoperandosi perché sia ritrovato lo spirito originario della coalizione che ha consentito il successo elettorale al presidente Buonopane.
Occorre subito e con chiarezza abbandonare la strada intrapresa in questa vicenda di “Sistema Irpinia” e dimostrare concretamente che si abbia ancora la sincera volontà di perseguire quella costruttiva della buona politica. Ne vale del futuro del campo progressista irpino e degli interessi delle comunità di questa provincia.