Il dramma della guerra negli occhi di chi prova a rifarsi una vita

Maria, Natalia, Generoso e il piccolo Armando: dall'Ucraina ad Avellino lo strazio di chi fugge

il dramma della guerra negli occhi di chi prova a rifarsi una vita
Avellino.  

Storie drammatiche anche in Irpinia di chi fugge dalla guerra in Ucraina. Mentre la macchina della solidarietà va avanti nel quartiere generale del Centro Anziani di via Annarumma cosi come la sanità prosegue su tamponi e vaccinazioni ai profughi, quotidianamente conosciamo le sofferenze di chi in Italia sta provando a farsi una nuova vita.

Al centro vaccinale del Paladelmauro incontriamo il signor Generoso, la moglie Natalia e il figlio Armando. Dieci anni fa erano partiti da Avellino per il suolo ucraino. Oggi la guerra li riporta in Irpinia da una nipote che abita a Rione Parco.

“La situazione in Ucraina è tragica, davvero tragica – ci racconta Generoso – Inizialmente i russi avevano assicurato che avrebbero bombardato solamente gli obiettivi militari ma quello che abbiamo lasciato dietro di noi è un massacro. Stanno prendendo di mira i civili, ospedali pediatrici. Ovunque anziani, donne e bambini sono in fuga, nelle strade ho visto carri armati passare sopra le auto dei civili”.

“Va sempre peggio – gli fa eco la moglie – io faccio l'infermiera e a malincuore sono dovuta andare via per tutelare la mia famiglia ma ogni giorno che passa cresce la preoccupazione e la paura per la mia terra”.

Armando, il figlio, è nato ad Avellino ma ha un grande senso patriottico per l'Ucraina. “Spero che vinciamo questa guerra perchè siamo un popolo forte e orgoglioso. I russi possono bombardare quanto vogliono ma non hanno ancora preso una città. Resistiamo”.

E al centro anziani di via Annarumma continuano ad arrivare aiuti da inviare al popolo ucraino. Il prossimo carico partirà tra giovedì e venerdì. Tra un telegiornale e un altro via streaming i volontari continuano ad ammassare beni di prima necessità.

C'è Yuri, 33 anni, qui ad Avellino è arrivato 8 anni fa e oggi lavora in un panificio. “Lì in Ucraina c'è tutta la mia famiglia e vorrei tornare tanto da loro ma in questo momento provo a far qualcosa di concreto con questi aiuti”. Maria invece in Irpinia è arrivata dieci anni fa per fare la badante.

Al centro della Caritas ieri è andata a prendere abiti e beni di prima necessita per la nuora e i due figli scappati da Leopoli. “Il papà non voleva che i figli lasciassero l'Ucraina, ho dovuto convincerlo per il loro bene a farli venire da me. I miei nipoti devono vivere una vita tranquilla e non nel terrore costante delle sirene che annunciano i bombardamenti. Lì era diventato un incubo, mi hanno raccontato di bombardamenti sui civili senza nessun remora, ospedali pediatrici, stanno consumando una carneficina. Mi sento di ringraziare l'Irpinia e l'Italia per questa macchina di solidarietà straordinaria che si è attivata. Stiamo combattendo tutti insieme per la nostra libertà e la nostra indipendenza”.