Regione e Arpac blindano la discarica di Difesa Grande

Serviranno tre anni per i lavori relativi alla gestione post mortem e poi il monitoraggio continuo

regione e arpac blindano la discarica di difesa grande

Con il dirigente dell'unità operativa dirigenziale 04 e 05 struttura missione per lo smaltimento dei Rsb della Regione Campania Liliana Monaco, esperta in materia e dalle indubbie capacità professionali entriamo nello specifico del progetto...

Ariano Irpino.  

"La discarica di Difesa Grande è chiusa per legge, non può essere riaperta, ha raggiunto i suoi scopi, ora si tratta solo di porre in essere tutte quelle opere e attività per renderla definitivamente innocua." Lo ha detto in maniera chiara ad Ariano Irpino nel corso di una conferenza stampa il dirigente dell'unità operativa dirigenziale autorizzazioni ambientali e rifiuti della Regione Campania Antonello Barretta.

"Sono passati tredici anni dalla chiusura di questa discarica ed è ormai tempo di avviare le attività di regimentazione delle acque, stabilizzazione del versante, realizzazione del capping, opere assolutamente indispensabili per assicurare la riqualificazione ambientale del sito. Il progetto è stato approvato nella prima stesura iniziale nel novembre del 2019.

Con la conferenza dei servizi di qualche giorno fa e l'approvazione finale del decreto si passa alla fase del capping attraverso la realizzazione e implementazione di un progetto innovativo, legato alla nuova direttiva comunitaria sull'economia circolare dei rifiuti. Attualmente e a seguito di decine di campionamenti effettuati, a monte e a valle l'Arpac ha certificato la non contaminazione del sito. Ma attenzione qui è previsto un monitoraggio trentennale. In qualsiasi momento, uno dei valori, dovesse risultare alterato, il soggetto preposto, dovrà porre in essere le relative attività di bonifica. Allo stato però non ci sono contaminazioni. Serviranno tre anni per i lavori relativi alla gestione post mortem della discarica, poi ci sarà tutta la fase legata al monitoraggio."

Così il direttore generale Arpac Campania Stefano Sorvino presente insieme a Gianfranco Iodice: "Un momento positivo e innovativo per la definitiva chiusura di questa vicenda, anche con l'utilizzo del biostabilizzato."

Con il dirigente dell'unità operativa dirigenziale 04 e 05 struttura missione per lo smaltimento dei Rsb della Regione Campania Liliana Monaco, che conosce vita, morte e miracoli della discarica di Difesa Grande, esperta in materia e dalle indubbie capacità professionali entriamo nello specifico del progetto. Questa la comunicazione indirizzata al sindaco Enrico Franza in occasione della conferenza stampa di oggi.

"Impossibilitata a presenziare alla conferenza stampa si ritiene  opportuno fornire all’amministrazione comunale ulteriori elementi a supporto, in quanto l’argomento  di che trattasi, riveste notevole importanza, afferendo a programmi  di intervento su scala regionale, da attuarsi  in ottemperanza alle linee di indirizzo di cui al piano per la  gestione rifiuti urbani adottato con dgr  n. 685 del 6 dicembre 2016, pubblicata sul Burc n. 85 del 12.12.2016, approvato in via definitiva dal consiglio regionale in data 16.12.2016, linee  finalizzate alla eliminazione della sanzione comunitaria sentenza corte di giustizia europea del 16.07.2015 C- 653/13  e alla realizzazione dell’autosufficienza impiantistica del ciclo integrato dei rifiuti in Regione Campania.

La frazione umida tritovagliata (Fut) prodotta presso gli impianti Stir della Regione Campania dalla selezione del rifiuto residuale da raccolta differenziata, non costituisce, un prodotto degli impianti Stir in argomento, ma una matrice organica selezionata meccanicamente dal rifiuto residuale e possibilmente destinata al trattamento biologico di stabilizzazione aerobica eseguito all’interno degli stessi impianti Stir.

Ove attuato, il trattamento di biostabilizzazione determina la conversione biologica della Fut in una matrice denominata frazione umida e tritovagliata Stabilizzata (Futsr che, previa verifica delle caratteristiche qualitative, può essere recuperata nell’ambito di operazioni di ripristino ambientale invece che destinata all’ ordinario smaltimento in discarica.

La Futsr costituisce, quindi, un materiale biostabilizzato, destinato ad impieghi stabiliti da norme nazionali e volte a garantire la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, numerose regioni italiane hanno disciplinato i possibili impieghi del rifiuto biostabilizzato, individuando le condizioni operative minime dei processi da cui si originano e le caratteristiche di qualità per i possibili utilizzi.

Con la "regolamentazione transitoria sull'utilizzo del biostabilizzato ottenuto dal processo di stabilizzazione delle matrici organiche dei rifiuti” di cui alla delibera di giunta regionale n. 693 del 30.10.2018, la regione Campania ha inteso identificare le condizioni del processo di biostabilizzazione aerobica cui deve essere sottoposta la frazione umida tritovagliata prodotta presso gli impianti Stir regionali e le caratteristiche del biostabilizzato derivante da tale processo per il  suo successivo utilizzo come materiale di copertura giornaliero oppure finale in impianti di discarica controllata, così da promuoverne l’impiego ottimale, riducendo il ricorso a operazioni di smaltimento.

Tale approccio risulta coerente con i principi dell’economia circolare che l’Unione Europea ha posto a fondamento della gestione dei rifiuti e che perseguono la massima valorizzazione dei materiali al fine di limitare la produzione di residui da destinare a smaltimento.

Come esplicitamente richiamato all’art. 2 della legge regionale n. 14 del 26.05.2016 di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti in Campania “La Regione Campania riconosce la validità dei principi dell'economia circolare, per cui i rifiuti di un processo di produzione e consumo circolano come nuovo ingresso nello stesso o in un differente processo dando vita ad un nuovo modello di produzione e consumo che mira alla eliminazione dei rifiuti, attraverso una progettazione innovativa di alto livello di materiali, riutilizzo delle merci, ricondizionamento del prodotto, rigenerazione dei componenti.”

Il riutilizzo e il recupero sono, dunque, aspetti fondamentali della strategia di gestione che la Regione Campania intende attuare all’interno di ciascun ambito territoriale ottimale (Ato), così come delimitati dalla Dgr n. 311 del 28.06.2016.

Con la Dgrn. 693 del 30.10.2018 la Regione Campania ha disposto che  l’utilizzo della frazione umida sottoposta a diversi processi meccanico - biologici controllati negli impianti Stir campani, debba avvenire in conformità alle norme tecniche riportate nel disciplinare approvato con la citata delibera.

Inoltre, per avere certezza che, nella fase di start up, sia prodotta Futsr di qualità, la Regione Campania, in attuazione a quanto stabilito dalla citata dgr n.693/2018, ha affidato con convenzione rep. n.725 del 05.11.2020 all’Arpac l'esecuzione delle attività di controllo analitico e validazione delle metodiche di campionamento, affinché i processi di produzione del biostabilizzato attuati presso  i n.7 Impianti Stir  campani, vengano eseguiti correttamente dai  soggetti incaricati della gestione degli stessi, (Società provinciali  a totale capitale pubblico costituite ope legis art. 11 c.2  D.L. 195/2009 conv. L.n.26/2010 ).

Appare evidente che tale best practice trova  applicazione sull’intero territorio regionale, in particolare su tutte quelle discariche non più operative  sulle quali debbano essere effettuati interventi di chiusura definitiva, quali importanti azioni di recupero di materia, ancora,  l’avvio del processo produttivo della Futsr ed il relativo collocamento rientra tra le azioni principali previste per ottemperare alle prescrizioni della sentenza corte di giustizia europea del 16.07.2015  C- 653/13, finalizzate alla eliminazione della conseguente sanzione comunitaria.

Infine, tali operazioni di recupero determinano, nel complesso, una ragguardevole riduzione di  spese sostenute per la gestione degli  impianti di discarica, operativi e non, a vantaggio dei cittadini su cui gravano tutti i costi sostenuti per i servizi resi in ambito di ciclo integrato dei rifiuti.

Una giornata di chiarimenti dunque, che il sindaco Enrico Franza presente alla conferenza stampa insieme al dirigente dell'area tecnica Giancarlo Corsano sintetizza così: "Era nostro dovere informare la popolazione alla luce delle legittime paure e perplessità. E lo abbiamo fatto pubblicamente nel modo più trasparente possibile. Ritengo che possiamo legittimamente gioire per questo risultato raggiunto. Chiaramente sarà nostro compito, da amministratori vigilare su quelli che saranno i lavori di messa in sicurezza e lavoro di capping. Sarà anche nostro compito, fare in modo che il terreno vegetale possa essere utilizzato esclusivamente, derivante eventualmente anche dai materiali di riporto della stazione Hirpinia, atteso che il biostabilizzato come è stato ampiamente illustrato e documentato è un prodotto, il cui utilizzo è stato di fatto certificato attraverso un protocollo Arpac Regione, una pronunzia del Tar, una normativa comunitaria e una delibera regionale, per attività di recupero e di riciclo e non di smaltimento dei rifiuti."

Nella sala conferenze del museo civico di Palazzo Forte oltre ai giornalisti, il vice sindaco Carmine Grasso, gli assessori Antonio Ninfadoro che ha fortemente spinto per la realizzazione di questo confronto pubblico, Pasqualino Molinario, il presidente del consiglio comunale Luca Orsogna e i consiglieri comunali Toni La Braca, Andrea Melito, Veronica Tarantino, Roberto Cardinale e Giuseppe Albanese. Presente il vice questore del commissariato di polizia di Ariano Irpino Maria Felicia Salerno insieme alla squadra di polizia giudiziaria e ai carabinieri.