Ariano: la polizia non dimentica Angelo Grasso

Commemorato l'agente arianese ucciso a Roma durante una feroce rapina

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33 anni fa la tragedia che sconvolse la comunità arianese

Ariano Irpino.  

I cieli e la terra passeranno ma niente e nessuno potrà mai rimarginare quella ferita. La morte assurda di un giovane arianese che amava la sua divisa.

Anche quest'anno la polizia ha inteso ricordare il sacrificio di Angelo Grasso, rendendo omaggio alla famiglia con l'apposizione di una corona davanti alla tomba del giovane agente alla presenza del vice questore Maria Felicia Salerno, particolarmente vicina ai familiari di Grasso sin dal suo insediamento al commissariato del tricolle. Una cerimonia ancora più silenziosa e composta quella di quest'anno nel rispetto delle misure anti covid, ma che non ha fatto mancare il calore e la vicinanza dei poliziotti all'interno del cimitero. 

Era il 23 gennaio 1988 quando una mano assassina, fece fuoco contro di lui uccidendolo a Roma, sull’Appia antica, sotto gli occhi della fidanzata, durante una rapina compiuta ai suoi danni.

Angelo, libero dal servizio, si era appartato con la sua fidanzata. Ad un tratto quell’incontro era stato interrotto dall’arrivo di due giovani con il volto coperto da passamontagna. Alla vista dei malviventi l’agente Grasso non era rimasto impassibile, non poteva. Non era un giovane qualunque, era un poliziotto, doveva opporsi ai suoi rapinatori con tutte le sue forze. E al rifiuto di consegnare quei soldi e gioielli, i due delinquenti avevano fatto fuoco contro l’auto di Angelo, una Fiat Ritmo, che il giovane aveva da poco acquistato. Anche Grasso, estratta la pistola, aveva sparato. Ma i proiettili dei due rapinatori lo avevano già ferito mortalmente.

Terrorizzata, la fidanzata, resasi conto della gravità della situazione, era riuscita a spostare il corpo già senza vita di Angelo, sul sedile accanto, guidando per oltre tre chilometri fino a raggiungere il più vicino ospedale. Tutto si era rivelato purtroppo inutile. 

Immediate le indagini. Il fratello Ottone, in servizio nell’arma dei carabinieri, aveva giurato vendetta. A distanza di nove mesi dal delitto erano stati  arrestati dalla squadra mobile due giovani tossicodipendenti di 23 e 24 anni, ritenuti colpevoli dell’omicidio.

Così il sindaco Enrico Franza: "E' un figlio di questa città, un servitore dello Stato, uno di quei tanti giovani che sognava un futuro migliore lontano dalla sua terra e un grande eroe a cui va tutto il nostro rispetto. Alla famiglia Grasso, profondamente provata da questa tragedia immane l'abbraccio affettuoso mio personale e dell'amministrazione comunale."