Servizio idrico, la Consulta boccia la legge campana

Non spetta alla Regione scegliere gestore e determinare le tariffe. Esultano Baianese e Lauretano

Lauro.  

Servizio idrico, non spetta alla Regione affidare la gestione e determinare le tariffe. Lo ha deciso la Corte Costituzionale con la sentenza del 25 giugno scorso, la numero 117. La Consulta ha bocciato, infatti, la legge della Campania 7 agosto 2014, n. 16, in materia di servizio idrico. I Giudici, al riguardo, ricordano che quello idrico è un servizio pubblico locale a rilevanza economica, e spetta allo Stato dettare le norme sia sulla forma di gestione sia sulle modalità di affidamento al soggetto gestore.

E’ quindi illegittima la norma campana che prevede sia la Regione a individuare direttamente il gestore del servizio, in contrasto con le norme statali per le quali tale compito spetta all’Ente di governo dell’ambito territoriale. Illegittima, inoltre, la previsione che consente alla Regione Campania di partecipare alla procedura di determinazione della tariffa del servizio idrico.

Esultano le amministrazioni locali, in particolare quelle della Bassa Irpinia che nei mesi scorsi, anche attraverso plateali rimostranze, avevano espresso la propria totale e netta contrarietà alla legge regionale. Norma che, in particolare, obbligava i comuni del Baianese e del Vallo di Lauro al passaggio dall’Ato 1 Irpino all’Ato 3 Sarnese-Vesuviano gestito dalla società Gori.

Sulla decisione della Consulta abbiamo sentito il sindaco di Lauro Antonio Bossone. «E’ una nostra vittoria poiché la legge, dopo essere stata bocciata dal Consiglio Regionale, è stata rigettata anche dalla Corte Costituzionale. E’ una vittoria, la nostra, nei confronti di chi voleva in tutti i modi imporre una legge anticostituzionale che faceva perdere, tra l’altro, all’acqua la sua proprietà di bene comune. Il nostro primo obiettivo era far sì che il servizio idrico restasse nel pubblico. L’altra azione forte portata avanti dai sindaci era quella inerente al riordino degli Ato, dove noi della Bassa Irpinia venivamo, in modo sconsiderato, trasferiti in un contesto diverso da quello irpino. Ora, la Regione dovrà mettere mano ad una nuova legge prendendo come stella polare ciò che la Consulta ha detto, soprattutto sentendo i territori che tanto hanno lottato affinché fosse bocciato l’obbrobrio legislativo».

Soddisfatto anche l’ex primo cittadino di Sperone, Salvatore Alaia. «La sentenza della Consulta rappresenta una risposta concreta alle iniziative intraprese dagli amministratori e dai rappresentanti dei vari comitati. I territori non potevano essere esclusi e non considerati in una partita così importante. Il contenuto della decisione della Consulta è di una chiarezza unica. Si pone l’accento sulla gestione di una risorsa primaria che appartiene allo Stato e, allo stesso tempo, degli Enti Locali che in maniera gestionale possono portare avanti il servizio in maniera efficiente ed efficace».

Nell'edizione serale del tg di Ottochannel 696 un servizio approfondito sull'argomento con le interviste a Bossone e Alaia.

 

Rocco Fatibene