Corbisiero: «Io, minacciato e lasciato solo nel Vallo»

L'intervista al consigliere comunale di Lauro nel mirino dei Cava. Le carte in mano all'Antimafia

Lauro.  

«Sono stato minacciato per il mio impegno contro le mafie e, cosa ancor più grave, le amministrazioni locali mi hanno lasciato solo». E’ questo il messaggio che racchiude il senso della lunga intervista a Giacomo Corbisieroche andrà tra qualche ora, alle 19.45, nel corso dell’edizione serale del tg di Ottochannel 696. Il consigliere comunale di Lauro è da anni un attivista di Libera. Tante le iniziative organizzate dall’associazione di don Ciotti alle quali Corbisiero ha partecipato. L’ultima, quella della settimana scorsa, quando la Carovana Antimafie ha attraversato il Vallo di Lauro, facendo tappa prima a Quindici, nel bene confiscato ai boss del clan Graziano, attualmente al centro di un progetto di riconversione in piccola azienda di maglieria; e poi a Pago, fuori la villa in via di confisca alla famiglia di Biagio Cava, uno dei maggiori esponenti del gruppo che è stato loro antagonista in una sanguinosa faida di camorra.

Proprio a seguito delle manifestazioni dello scorso martedì, Corbisiero ha subito minacce più o meno dirette. Messaggi dal tono intimidatorio sono stati recapitati al suo account personale di facebook da persone che pare siano vicine, appunto, alla famiglia di Biagio Cava. Gente che non avrebbe gradito quei selfie fuori l’abitazione di Pago. E’ lo stesso Corbisiero a raccontarci cosa è accaduto nei giorni successivi al passaggio della Carovana nel Vallo di Lauro.

«E’ ormai uso comune condividere sui social network gli scatti di ogni momento della giornata. Dopo la visita a Pago, ho condiviso una fotografia che ritraeva me ed altri attivisti fuori l’abitazione dei Cava, aggiungendo un commento poiché per me quello scatto ha rappresentato un momento importante nel corso di un cammino intrapreso da anni per il riscatto di questo territorio e della sua gente, per decenni senza dignità proprio a causa della presenza dei clan. Da quel momento – prosegue Corbisiero - sono iniziate le polemiche. I familiari di Biagio Cava hanno condiviso quegli scatti sui social aggiungendo commenti poco dignitosi nei confronti della mia persona. Sono arrivati messaggi, sempre tramite social, dai toni abbastanza minacciosi. Il giorno successivo, in questo clima di impazzimento totale, una persona ha pensato bene di fermarsi in pubblica piazza, a Lauro. Tra la gente, mi ha indicato ed ha mimato l’utilizzo di una pistola, ripetendo il famoso “bum bum bum” dell’esplosione. Un chiaro gesto intimidatorio volto a mettermi paura, come a dirmi che dovevo tacere e finirla con questo impegno».

Subito dopo, Corbisiero si è recato al Commissariato di Polizia di Lauro, e consigliato dal vice questore Aniello Ingenito, ha deciso di formalizzare una querela-denuncia rispetto a tutti i fatti occorsi in quei due giorni. «Più che altro – spiega l’attivista di Libera - si è trattato di un atto finalizzato a stoppare questo clima di intolleranza, quasi di odio, verso chi si impegna per il riscatto del territorio». Sulla vicenda ora indaga la squadra mobile di Avellino e non è escluso che il fascicolo possa presto passare nelle mani dell'antimafia di Soviero.

Corbisiero non nasconde di essere preoccupato per la propria incolumità e per quella dei suoi familiari. «La paura, penso, faccia parte dell’essere umano, soprattutto quando si toccano questi temi. Quando si decide di impegnarsi, quando si decide di far prevalere la passione, quando si decide di amare il proprio territorio martoriato, si mette in conto soprattutto di aver paura. E, forse, è proprio grazie a questa paura che ogni volta aumenta la voglia di continuare il cammino dell’impegno».

Tanti gli attestati di solidarietà giunti all’indirizzo del consigliere comunale di Lauro che, però, ammette di essere deluso per la scarsa vicinanza mostrata dagli amministratori del Vallo. «Fino a questo momento solidarietà ufficiali da parte delle amministrazioni locali non ce ne sono state. Il sindaco di Lauro ha espresso in privata sede la sua vicinanza, anche se sono a conoscenza che in queste ore dovrebbe esprimere la sua piena solidarietà, in nome e per conto dell’amministrazione comunale. Da parte degli altri, invece, c’è assoluto silenzio. Anche questo ci fa riflettere, ci da il quadro di una situazione drammatica. Dovremmo ragionare sulla scarsa volontà delle amministrazioni, ed anche della società civile, ad intervenire con responsabilità su determinati temi. Non voglio che venga strumentalizzato questo momento, che è mio, che è personale, che porta anche ad un travaglio familiare. Ad ogni modo – conclude Corbisiero - spero che da questo episodio, che va comunque ridimensionato, possa partire una riflessione seria su questa zona di frontiera, dimenticata. Una riflessione sullo sviluppo, sul recupero civile e culturale del Vallo di Lauro. Se tutti tacciono, se tutti hanno difficoltà ad esprimere solidarietà, abbiamo un problema in più e un problema di troppo».

 

Rocco Fatibene