Lettera al mio paese

Da Vipiteno, Maria Nunzia Grasso scrive alla sua Ariano

lettera al mio paese

Riceviamo e pubblichiamo...

Ariano Irpino.  

 

di Maria Nunzia Grasso

 

In questo periodo i kilometri che ci separano sono più mentali che fisici. Ho deciso di non scendere più mensilmente, come accade da tre anni a questa parte, non me ne volere, avrei potuto prendere un treno, 9h di viaggio e sarei stata da te, ma ti amo troppo per farti del male, amo te, la mia famiglia e la mia gente. La tua terra mi ha generato, allevato e la tua che poi è diventata mia gente mi ha formato e protetta, ora tocca a me e rimango su a Vipiteno.

Sono qui fisicamente chiusa in questa gabbia mentale, a volte mi sento soffocare, ma resisto per me e per te; mentalmente, invece, sono lì tra la nostra gente, nelle nostre campagne e nelle nostre strade.Attraverso i social ti seguo e vedo come sei diventato, non ti riconosco più. Paese mio dove sei? Non sei più quel paese allegro, sorridente, trafficato, pieno di vita e sempre pronto a far festa.

Ora non parli più, ti sei ammutolito, ti vedo e ti sento soffrire in silenzio: le saracinesche si sono abbassate, le insegne spente,  il traffico di Cardito è scomparso e la villa è stata chiusa, non si sentono voci e non si percepiscono odori, le persone non si abbracciano, non si salutano, camminano a un metro di distanza con guanti e mascherine. Siamo potenziali virus non più persone.

Per favore, ti chiedo, non mollare, non t’abbattere, pensa positivo fallo per tutti tuoi figli, vedi è arrivata la primavera con i suoi fiori, i suoi cinguettii e con  il sole che bacia i tuoi colli! Ne usciremo più forti di prima, nonostante tutto, nonostante il virus, la paura e la morte. È vero, sei a lutto perché il virus ha portato via alcuni tuoi figli e ne ha imprigionato altri, ma resisti, fallo per gli altri tuoi figli che sono lontani e che non vedono l’ ora di tornare a casa e abbracciarti, ma per farlo abbiamo bisogno che non tu non molli; io esisto se esisti tu. Tu, la mia briciola magica sulla cartina geografica, piena di bellezza, cibo, vino e poesia, Tu il mio paese. Abbiamo sbagliato è vero, governo e cittadini, potevamo fare di più, potevamo fare meglio, è facile giudicare a posteriori, giudizi che ora non servono a nessuno. 

Dal 15 marzo, nessuno può entrare o uscire dai tuoi confini, tutto è barricato e presidiato dalle forze dell’ordine, ma non vederlo come una limitazione di libertà  ma più che altro come un’indicazione per preservarti, perché io  come tutti i tuoi figli ti amiamo.