Positivo al Covid-19. Ariano prega per don Antonio

Una istituzione del clero sacerdotale arianese

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Non ci resta che pregare per lui e tutti coloro che in un letto di ospedale o a casa, stanno lottando per vincere questa battaglia...

Ariano Irpino.  

E' tra i sacerdoti più anziani della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia. Ex parroco di contrada San Liberatore, Cardito, Madonna di Fatima e Cattedrale, don Antonio Di Stasio è una istituzione del clero sacerdotale arianese. Si prega per le sue sorti in questi giorni particolarmente difficili, è risultato positivo al tampone da coronavirus. E' capitato anche a lui, come a tante persone che stanno lottando per vincere questa battaglia. Tutta la comunità attende buone notizie dall'ospedale Moscati di Avellino, dove si trova attualmente ricoverato.  L'ultimo bollettino medico in data 17 marzo: da 48 ore è senza febbre, condizioni stazionarie.

"Nel silenzio “fragoroso” che domina la piazza di Ariano e abbraccia con tristezza il profilo della città - scrive in un messaggio il Vescovo Sergio Melillo - i dolci declivi e gli ampi spazi che la circondano, una “folla” di volti mi ritornano alla mente, nello sguardo del cuore. Volti d’incontri tra la gente, nelle parrocchie, nei paesi, con i sacerdoti … che ora possono apparire lontani ma, sono vicini, tutti stretti nella mia preghiera e nell’abbraccio di Dio! Consapevole che il Signore continua a parlarci come Mosè « … faccia a faccia, come un uomo parla con un altro» (Esodo 33,11): un dialogo che non si interrompe ma, si intensifica nella preghiera, questo “filo rosso” che la Chiesa continua sempre a tener fermo nella prova.

Distanti fisicamente sì ma, vicini ai piedi della Croce! L’apparente distanza che viviamo, in realtà, ci avvicina, ci fa sentire un Popolo e una Comunità. Siamo tutti nella comunione eucaristica spirituale, intorno alla stessa me di futuro e di progetti di vita. Allora che “mi illumino d’immenso”, tra i limiti e la fragilità della vita.

La presenza della Chiesa - conclude Melillo - continua non si interrompe accompagnata dalla voce delle campane delle nostre Chiese, con la presenza dei nostri preti, tra la nostra gente, con la vicinanza con chi vive difficoltà, la malattia, la solitudine e l’impegno tra le mura dell’ospedale con sacrificio nel prendersi cura di tutti: medici e personale sanitario che lavorano senza sosta."