Serata movimentata in carcere ad Ariano Irpino. Battitura delle inferriate e lancio di oggetti dalle finestre. In un primo momento, c'è chi dall'esterno, aveva pensato all'esplosione di colpi d'arma da fuoco.
Struttura illuminata più del solito, nella parte alta. La protesta, a causa della sospensione da domani mattina dei colloqui con i familiari a seguito del provvedimento del Governo per scongiurare e ridurre il rischio del contagio da coronavirus.
Una protesta che sta interessando tutta Italia. E' di tre morti il bilancio di una violenta rivolta scoppiata nel carcere di Modena. Altri due detenuti si trovano in rianimazione. Feriti due agenti dopo essere stati picchiati. Guerriglia anche a Frosinone.
Così Samuele Ciambriello, garante per i diritti dei detenuti in Campania:
Sono stato tutto il pomeriggio di ieri nel carcere di Poggioreale dove è avvenuta una rivolta violenta che ha coinvolto almeno quattro padigilioni, in uno, il Napoli, i detenuti sono saliti sul tetto dell'edificio. Il divieto di colloqui per la paura del coronovirus, il sovraffollamento, le celle e le condizioni verificate in tante mie visite in alcuni reparti dell'Istituto di Napoli-Poggioreale possono essere facilmente considerate in violazione dell'articolo 3 della convenzione europea per la tutela delle libertà fondamentali e dei diritti umani che inderogabilmente vieta 'trattamenti o pene inumane o degradanti'. Sono argomenti da trattare, denunciare alla politica e alle autorità competenti. Così come il temporeggiare del Governo, la poca informazione, le contraddizioni nei decreti. Però la violenza dei detenuti non è accettabile, nè giustificabile. Tanti padiglioni di Poggiorele hanno inteso protestare pacificamente con la "battitura" di pentole. La protesta è arrivata in tante carceri italiane: Modena, e Frosinone, ma anche Vercelli, Alessandria, Foggia. Occorrono provvedimenti di sano realismo, di liberazione anticipata, di arresti domiciliari, e di clemenza."