Al nono giorno di isolamento nella sua casa di Codogno Giacomo Corbisiero, docente di Lauro, racconta la sua quarantena e la sua sfida al Coronavirus nel comune focolaio, uno dei comuni della zona rossa, in cui da quasi dieci giorni le persone vivono confinate nelle proprie case. Da ieri la febbre è sparita.
Giacomo Corbisiero, 37 anni, fa l’educatore all’Itas «Tosi» di Codogno ed è sottoposto a quarantena nella sua casa lodigiana. Due suoi studenti sono risultati positivi al Covid-19. “Non mi sono sentito solo racconta”. Ogni giorno centinaia le manifestazioni di vicinanza che gli sono arrivate dalla sua terra e dai suoi amici e vicini in terra lombarda, che sono riusciti comunque a fornirgli cibo e medicinali.
“Da ieri -spiega Giacomo - la fase della febbre sembra superata. Mi avvio con ottimismo ad una nuova fase. Certo, dovrò stare comunque un’altra settimana chiuso in casa. Sono stati giorni difficili, non nascondo momenti di sconforto ma si deve lottare. Sempre”.
E così Giacomo diventa il simbolo del nord e del sud di un Paese, che oltre inutili sensi di appartenenza territoriale ad una regione piuttosto che un’altra, si trova costretto a combattere l’emergenza più difficile. Il Coronavirus. “La mia vita è fatta di militanza, di impegno e di lotta - racconta anche a mezzo Facebook in un posto che in poche ore ha raccolto centinaia di like e commenti -.
Negli anni ho imparato a conoscere l'asprezza delle delusioni e la pesantezza delle sconfitte. Non sarà certo il Coronavirus a rendermi inerme e attaccabile. Anche da questa paradossale situazione ho tanto da imparare e da trasmettere. La mia febbre sta passando ma dovrò osservare un'ulteriore settimana di isolamento. Appena avrò debellato e superato anche questa, ci vedremo tutti nel paese che amo per riappropriarci della nostra felicità”.
Il suo post invita all’impegno e forza, al non abbandonarsi a facili allarmismi e inutili psicosi.
«CI sono stati giorni interminabili e difficili - spiega -. Come l’attesa per poter fare il tampone, ad esempio. Ma si supera tutto. Non sarà certo un tampone a metterci sulla strada del pessimismo - racconta la telefono con la sua innata forza e coraggio -.
Combattiamo anche per questo, con la febbre che sta andando via e con la speranza di aver superato questo momento difficile. Come trascorrerò i prossimi giorni? Dovrò continuare la cura che sto facendo. Iniezioni e tanta pazienza. Sono costantemente monitorato dall’azienda sanitaria che mi telefona e mi contatta per sapere come procede. Supererò questi giorni da solo a casa, e non vedo l’ora di tornare a Lauro, quando tutto sarà finito, per abbracciare la mia famiglia, tutte le persone care. Avrei potuto abbandonarmi alla disperazione, lo ammetto. Serve tanta calma e infinita pazienza in questi momenti. La situazione in questi comuni è allo stremo. Gli ospedali sono affollatissimi. Il personale medico e infermieristico sta facendo di tutto. Si deve avere soprattutto tanta fiducia in tutte queste professionalità che si stanno spendendo senza misura per aiutare chi soffre. Dobbiamo resistere e guardare avanti. Solo così supereremo questo momento”.
Dal suo territorio chiamate a catena. “Il mio sindaco Antonio Bossone mi chiama ogni giorno. E sarò sempre grato ad ogni singola persona che in questi giorni mi ha contattato mentre sono confinato in casa, mi hanno fatto sentire meno solo - spiega al telefono Giacomo -“.