Minacciato perchè gay. "Alessandro devi presentare denuncia"

I consiglieri comunali chiedono indagini immediate per risalire al responsabile

Montemiletto.  

"In tutta onestà, ancora ora non riusciamo a capire di che cosa si dovrebbe vergognare il giovane Alessandro e chi possa aver detto o scritto frasi talmente degenerate, e soprattutto a quale scopo. Il nostro primo dovere, innanzitutto, è quello di esprimere la nostra più sentita vicinanza ad Alessandro e alla sua famiglia, mettendoci a loro completa disposizione per qualunque cosa possano avere bisogno". Così i consiglieri comunali di Montemiletto, in provincia di Avellino, Simone D’Anna e Massimiliano Minichiello commentano quanto accaduto in paese. Un ragazzo offeso e invitato a lasciarsi morire per il suo orientamentosessuale. Un fatto gravissima, rimbalzato alle cronache nazionali.

«Subito dopo aver appreso dai social della pubblicazione di Alessandro ci siamo sentiti in dovere di contattare il Comandante della stazione locale dei Carabinieri per informarlo dell’accaduto, per saper se fosse già stata sporta una denuncia, chiedendogli al contempo di monitorare costantemente la situazione sia a tutela del ragazzo che della sua famiglia.

Alle forze dell’ordine chiediamo, quindi, ancora una volta, di procedere con la massima tempestività, qualora non lo avessero ancora fatto, ad effettuare ogni tipo di accertamento utile a ricostruire la dinamica dell’accaduto e nel caso venga individuato il responsabile di tale ignobile gesto di fare in modo che lo stesso venga assicurato alla giustizia e perseguito in modo esemplare; ciò indipendentemente dal fatto se il ragazzo o la famiglia abbiano già sporto o meno una denuncia!

Ad Alessandro, invece, diciamo che qualunque cosa emergerà dalle indagini lui ha e avrà sempre tutto il nostro sostegno, appoggio e comprensione.

Dopo questa necessaria premessa da Consiglieri comunali non possiamo non prendere atto di tutte le circostanze e conseguenze di carattere politico che la cosa ha suscitato. La nostra attività politica è nota, non siamo mai stati e mai saremo difensori a prescindere della nostra comunità, quando nel nostro paese si verificano episodi ripugnanti, come questo, li condanniamo senza scuse o attenuanti; pertanto, non ci meraviglia affatto e nemmeno lo escludiamo che nella nostra comunità possa celarsi un individuo talmente spregevole da arrivare a mettere in atto un’azione tanto vile quanto sconsiderata. Allo stesso tempo abbiamo l’obbligo di sgombrare, ad esclusiva difesa di Alessandro, tutti i dubbi del caso che permeano nella nostra comunità ed espressi chiaramente in alcuni commenti registrati sui social, che se non immediatamente chiariti farebbero solo del male a chi fino a prova contraria è stato solo la vittima di tutto questo. Ci riferiamo alle modalità del rinvenimento del biglietto con le scritte ingiuriose, al suo contenuto, ma anche al modo con le quali è stato reso pubblico.  

Le ipotesi e i dubbi che circolano in alcuni di questi commenti, per tentare di distogliere l’attenzione da un episodio così grave, sono diversi e tali che non possono essere sottaciuti; vanno dal possibile tentativo di ricerca di notorietà della vittima per dare risonanza alle sue attivita’ politiche o professionali, alla volontà di dichiarare pubblicamente la propria omosessualità in modo eclatante, ma anche in queste remote e inammissibili eventualità noi rimaniamo dell’opinione che Alessandro sia la reale vittima della nostra società e non il contrario.

Pertanto, al fine di dirimere ogni tipo di dubbio o perplessità su quanto accaduto chiediamo ad Alessandro di recarsi presso il posto di polizia più vicino, di sporgere denuncia, di consegnare il foglio con lo scritto e chiedere che venga effettuata anche una perizia calligrafica, questo a sua tutela e tutela della stragrande maggioranza degli abitanti del nostro paese che non può rimanere vittima o ostaggio di atti così degenerati e primitivi o di accuse infamanti che vengono ingiustamente rivolte, per colpa di singoli sconsiderati, alla nostra intera comunità».