"No al forno crematorio nella Valle, bruciare i corpi inquina"

Il presidente Mazza "Salviamo la Valle del Sabato": ogni combustione inquina. I filtri non bastano

Pratola Serra.  

Il coro di no in conferenza dei servizi ferma la fonderia di piombo a Pianodardine, ma all’orizzonte spunta il forno crematorio di Pratola Serra, contro cui gli ambientalisti si mobilitano.Nuove emissioni nell’aria. Questo si profila per la Valle dei Veleni, la Valle del Sabato stretta da anni nella morsa dell’inquinamento. Se gli enti chiamati al tavolo per decidere hanno bloccato il progetto che prevedeva la realizzazione a Pianodardine, alle spalle della sede delle Poste nei pressi della Denso, dove un tempo c'era la marmifera, di una fonderia di piombo, quello che si teme è lil fumo dei morti.

No al fumo dei morti

Dai forni si sprigionano: polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono anche aggiungersi: emissioni di mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie), zinco, diossine-furani e Ipa.

Il Tempio della cremazione a Pratola

L’installazione di un forno crematorio, secondo alcuni referenti politici locali e ambientalisti, è di notevole impatto ambientale, tanto più perchè si inserisce in un comune già profondamente segnato da evidenti criticità ambientali e che, dunque, non è più in grado di tollerare ulteriori emissioni tossiche.

Una questione intorno alla quale si stanno consumando molte polemiche. Il piano prevede la realizzazione del forno crematorio nel cimitero del comune, nella frazione San Michele. Il gruppo Siamo di Pratola Serra si è attivato per fermare il progetto. Dal canto suo il dottore Franco Mazza, presidente del Comjitato Salviamo la Valle del Sabato, invita enti preposti e amministratori locali a riflettere sui numeri dell’Arpac, che parlano di livelli intollerabili di Pm 10 e Pm 2.5 nell’aria di Avellino, sui cui pesano le attività di tutti i comuni a corona della Valle.

I dati Arpac dalla centralina dello Stir

Senza dimenticare i dati riferiti dalla sola centralina dello Stir, zona cruciale della politica produttiva e di sviluppo del secolo scorso nell’Hinterland, su cui pesano i numeri peggiori. 

Il progetto della Fonderia prevedeva la realizzazione di un capanno di 180 metri quadri in cui sarebbero stati smaltiti rifiuti metallici contro cui si sono ribellati i comitati militanti in tema di ambiente. Una mobilitazione generale, che ha visto mettere in piedi proteste vibranti per bloccare il progetto. 

“Una follia quella di aver solo pensato di creare un nuovo impianto a combustione in una zona già così provata", commenta il presidente del comitato Salviamo la Valle del Sabato Franco Mazza.

I dati forniti dal rapporto di Legambiente "Mal'Aria" hanno detto senza margine di dubbi che proprio il capoluogo irpino è la città più inquinata. 

Basta emissioni inquinanti

"Siamo convinti, e i dati lo confermano quotidianamente dell'Arpac, che in questa zona si debba alleggerire il peso delle emissioni nell’aria, soprattutto di impianti a combustione - spiega Mazza -. Il carico di inquinamento è arrivato a livelli insopportabili, insostenibili per chi vive nella Valle e intorno alla Valle. Parliamo di migliaia di persone costrette a respirare livelli di Pm10 e Pm 2.5 insopportabili.

Da quattro anni evidenziano sforamenti importanti. Tutti i monitoraggi dal 2011 in poi confermano quanto dico. Anni di emissioni continue hanno reso l’aria irrespirabile per chi vive nei comuni a corona e nella Valle.

La lettera a Priolo

Da presidente Isde associazione medici ambiente a Priolo qualche giorno prima della conferenza scrissi una lettera, con dati e riflessioni su quanto sta accadendo». Stesse riflessioni per quello che riguarda il Tempio della Cremazione a Pratola. Insomma, bruciare corpi inquina. Fosse pure se fosse fatto in maniera “green”, riducendo i gas serra. “L’ennesima ‘bomba ecologica’ di cui la Valle del Sabato poteva sicuramente fare a meno; un’area già fortemente martoriata in termini di qualità dell’aria, con possibili conseguenze per la salute dei cittadini - spiega -.Durante la cremazione nei forni si producono inquinanti atmosferici, in particolare: polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono aggiungersi, inoltre, emissioni di mercurio, zinco e diossine”.

Dunque gli ambientalisti chiedono certezze e dati sul progetto per capire i dati sull’impatto ambientale dell’opera. «Un progetto attualmente in fase embrionale, ma siamo certi che con qualsivoglia filtro e impianto attentatore della produzione di gas e emissioni rappresenterebbe, comunque, un nuovo carico di emissioni. Ogni impianto a combustione inquina».