La parola d'ordine è qualità, e se lo dice uno come Salvatore Molettieri c'è da crederci. Per gli ottimi vini che produce e per la sua genuinità, di chi ti accoglie come in famiglia nonostante del suo vino si sia innamorata, pare, persino gente come Briatore.
E' una sorta di istituzione Molettieri, amatissimo anche dai più giovani che si avvicinano al vino, proprio per la sua semplicità.
I sui vini finiscono in tutto il mondo, il 60 per cento infatti viene esportato.
Per Molettieri la parola d'ordine è qualità e chiunque per far vino, nelle aree interne, ha in mente la mission di valorizzare il territorio con prodotti d'eccellenza non è un concorrente, ma è il benvenuto: “C'è spazio per tutti. Nel Sannio come noi fanno aglianico, certo in una zona diversa: tutto sta nel come si lavora. Credo che puntando sulla qualità possano arrivare ottimi risultati: aglianico è nel Sannio, aglianico è in Irpinia. Tutto sta ai produttori. La concorrenza è sana e lo spazio sul mercato c'è, a patto che si faccia un lavoro fatto bene, la chiave è farsi conoscere, appunto, in base alla qualità, in Italia e nel mondo. Nelle vigne, in cantina, nelle botti: si gioca tutto lì. Tutti vogliono mangiare e bere bene e quindi offrire prodotti buoni rappresenta sicuramente un buon campo dove investire”.
Dunque, niente business a tutti i costi, niente trucchi, niente che possa inficiare il nome del prodotto e soprattutto del territorio: “La vigna è come un bambino, il vino è come sarà un giorno: se un bambino lo curiamo con attenzione, gli diamo gli insegnamenti necessari, lo nutriamo bene allora crescerà sano, altrimenti ci troveremo davanti problemi e difetti”.
Con queste basi Molettieri immagina un futuro roseo per le aree interne dal punto di vista vinicolo: “Credo che il futuro possa essere importante se tendiamo a una semplificazione, valorizzando il territorio e dunque facendo capire che i nostri prodotti, buoni, genuini, frutto di un lavoro attento a meticoloso e senza sofisticazioni è alla pari, e spesso migliore di molti altri”.