VIDEO/Quando la disabilità diventa un'opera d'arte

La bella favola della Rsa al Centro Padre Pio di Grottaminarda

A distanza di due anni siamo ritornati nella Residenza Sanitaria Assistenziale Centro Padre Pio di Grottaminarda per far visita ai circa 100 ospiti, tra anziani e adulti di cui 24 affetti da disabilità neurologica ed altre patologie gravi....

Grottaminarda.  

 

di Gianni Vigoroso

Usano materiali poveri, cartone, segatura, farina mischiata con olio e colla, mostrando nelle loro opere amore e creatività. Disabili dalle mani d’oro, li avevamo definiti nel Natale del 2015. A distanza di due anni siamo ritornati nella Residenza Sanitaria Assistenziale Centro Padre Pio di Grottaminarda  per far visita ai circa 100 ospiti, tra anziani e adulti di cui 24 affetti da disabilità neurologica ed altre patologie gravi.

Al loro fianco ci sono Errico Troise instancabile animatore insieme a Nicola Secchiano, affiancati da Valentina Toraldo, Giuseppe Criscitiello e Vincenzo Alviggi che si occupano di terapia  occupazionale oltre ad un team di animatrici accanto agli anziani composto da Rita Palermo, Milena Di Lillo e Marina Zarro guidati dal direttore sanitario Roberto Di Donato. Tutti animati da grande impegno, solidarietà e rispetto per gli altri che va aldilà della normale assistenza sanitaria e attività professionale svolta.

Un progetto di terapia occupazionale che ha lo scopo di migliorare la manipolazione, attraverso l’ascolto, la comunicazione, il dialogo, il gioco e i lavori manuali. Un’attività meticolosa che si articola in varie fasi durante l’anno sia all’interno che all’esterno della struttura, dall’artigianato alla realizzazione dell’orto biologico. Ogni cosa viene svolta con amore, ingegno, passione e fantasia.

Ma è il Natale il periodo più bello, atteso con gioia dagli ospiti di questa meravigliosa struttura modello. La realizzazione dei presepi e la loro vendita permette di poter autofinanziare ulteriori attività e di mostrare a tutti il loro saper fare attraverso le proprie mani e il sorriso negli occhi. E’ questa la gioia più grande di chi non vuole sentirsi ultimo e inutile.