Tradizioni che seppur a fatica, ancora restano vive e si rinnovano negli anni a cavallo tra la festa dei santi e la commemorazione dei defunti.
Siamo a Savignano Irpino, in aperta campagna, zona Pustarza, a pochi passi dalla Ferrara, nell’abitazione di Carmelina Cavallari, intenta nel preparare li “cicci-cuotti”, grano inzuppato, bollito e infine condito col vincotto. Una pietanza povera ma squisita che veniva data soprattutto ai bambini e a quanti bussavano alla porta chiedendo dui ciccecuotti, pe l`anima re li muorti. Un po’ come oggi avviene con i bimbi mascherati da Halloween che bussano alle case.
Si preparavano all’epoca grandi pendoloni. Una tradizione che purtroppo si è persa negli anni ma che in qualche casa, come quella di Carmelina resiste ancora.
Si legano tante leggende intorno a questa antichissima usanza soprattutto nella Valle del Cervaro. Franca Molinaro, Art'Empori, Il grano, mito e simbologia, dalla Grande Madre a oggi scrive: “A Greci , durante i funerali, sulla bara che esce dalla casa, ma anche sul cadavere, si usa buttare manciate di grano come augurio di rinascita spirituale, in sintonia col processo germinativo dei chicchi. Per il 2 novembre si preparano i “Cickuett” con grano e granone a chicchi interi, raccolti presso varie famiglie e messi a cuocere in una grande caldaia all’ingresso del cimitero. Questo cibo, misto a sale, zucchero o miele, è offerto ai visitatori e simbolicamente anche ai defunti.”
Gianni Vigoroso