di Gianni Vigoroso
Morirono asfissiati all’interno di un tir. Era il 31 agosto di 15 anni fa quando l’area di servizio dell’autostrada Napoli Bari Mirabella nord divenne teatro di morte.
Tutti giovanissimi, rotolarono a terra uno dopo l’altro senza vita, qualcuno si salvò, un viaggio della disperazione finito in tragedia.
Erano le prime avvisaglie di un dramma immigrazione esploso in tutta la sua grandezza e divenuto oggi incontrollabile.
Ne è convinto Giovanni Villani, della Cgil Valle Ufita: “Fu il preannuncio di una immane tragedia, di una fase emergenziale che le istituzioni non riuscirono a capire. Un dramma che oggi stiamo vivendo con estreme contraddizioni. All’epoca vi fu una grande solidarietà. Oggi invece cominciano a venire fuori le prime discrepanze, i tempi sono cambiati. Ma intanto è importantissimo ricordare, in termini così aperti questa tragedia in un momento così attuale, affinchè la solidarietà e l’accoglienza non venga mai a mancare nel nostro paese.”
Rispetto a quindici anni fa è cambiato anche il flusso viario dei profughi che attraverso lunghi ed estenuanti viaggi della disperazione raggiungono l’Italia ed altre mete.
L’A16 Napoli Bari, fatta eccezione per qualche episodio sporadico, non è più la tratta prescelta dai trafficanti, che preferiscono sempre di più la via del mare. Nonostante questo dato confortante, l’attività di prevenzione non cesserà minimamente da parte della Polstrada soprattutto lungo l’asse Canosa Napoli.