Gesualdo. Petrolio, cittadini in fermento per le procedure

In paese cresce l'attesa per il trasferimento delle procedure dalla Regione al Governo centrale

Gesualdo.  

A Gesualdo si attende la comunicazione ufficiale del passaggio della procedura di autorizzazione alle trivellazioni dalla Regione al Governo, e il relativo trasferimento delle competenze ad una Commissione Ministeriale. Sono ore di trepidante angoscia per la popolazione, in costante consultazione con comitati e amministrazione comunale. “In paese c’è una calma apparente, anche se continua senza il sosta il fermento di tutti i professionisti per produrre quante più obiezioni possibili per intervenire in maniera determinante sul progetto” spiega Goffredo Pesiri, esponente del Comitato civico cittadino, che conferma il monitoraggio sull’evoluzione delle procedure.

“Tantissime persone si stanno impegnando al nostro fianco, con relazioni geologiche ed altro tipo di supporto. Innegabile che si attendono anche i risvolti della campagna elettorale: sono tanti anche gli esponenti partitici che hanno manifestato vicinanza alla questione, dal Presidente Di Cecilia, al Partito Democratico, fino a De Filippis e al coordinamento No Triv”. Mentre la politica segue il proprio binario autonomo, e i tecnici sono indaffarati a produrre documentazioni e relazioni di opposizione alla ricerca del greggio, continua il tam tam di sensibilizzazione della popolazione. Nonostante la fiducia riservata nei confronti delle istituzioni e della politica, i componenti del comitato civico non si sbilanciano ed evitano pronostici. “Fino a quando non leggerò la parola fine nei documenti, non potrò azzardare previsioni; l’unica cosa certa è che le nostre opposizioni hanno reiterato i permessi per ben due anni”.

La prospettiva annunciata da Pesiri concerne un cambio di rotta della politica ambientale sostenuta dalla Regione Campania, l’adozione di misure a tutela e salvaguardia del territorio e la possibilità di colmare i grandi vuoti legislativi, “Che hanno permesso alle multinazionali di avanzare senza freni” come lui stesso argomenta. “Abbiamo bisogno di un deterrente forte, che vengano adottate le norme esplicative del Ptr e che la Regione predisponga l’adozione di un piano energetico, che se ci fosse stato, non avremmo mai corso il rischio di un scavare un pozzo petrolifero a cento metri dalle abitazioni”.

Un governo regionale che blinda il suo territorio da incursioni esterne non è ascrivibile ad un piano B. “Abbiamo bisogno di regole di civiltà” continua. “Siamo in emergenza petrolifera perché non ci sono norme, né regolamenti. Cercheremo nei prossimo giorni di sollecitare tutti i sindaci ad esprimere dissenso: sono loro i portatori delle istanze dei cittadini e sono le casse di risonanza delle comunità. Un fronte politicamente compatto può rappresentare l’unica barriera possibile” conclude.