Mercogliano, la stanza dell'amore nell'ex centro del Giubileo

Edificio inaugurato per il Giubileo. Oggi ridotto così. Guarda quegli interni. Ci entrano spesso

(Clicca sulla foto di copertina e guarda lo speciale. A fine articolo tutte le foto) Scatole vuote costate milioni e finite nel dimenticatoio. Edifici come quello che doveva essere un centro d'accoglienza a Mercogliano. Inaugurato per il Giubileo.

Mercogliano.  

 

di Andrea Fantucchio

(Clicca sulla foto di copertina e guarda lo speciale. A fine articolo tutte le foto) Scatole vuote note e altre meno note. Spesso costate milioni e finite nel dimenticatoio. Edifici come quello che doveva essere un centro d'accoglienza a Mercogliano. Poco distante dalla clinica Montevergine. Una struttura rientrata nei progetti per il Giubileo. Oggi abbandonata al degrado e all'incuria collettiva.

Eppure, era un edifico fornito di tutto: compresa la discesa per disabili. Anche quella con le pareti scartavetrate. (GUARDA ANCHE: "Mercogliano era questo campo: qui ho scoperto Nando De Napoli")

Ma il peggio è all'interno. Le finestre divelte con i vetri distrutti. Sul pavimento arbusti incolti e cartoni. Anche due carrelli del supermercato che sorvegliano l'entrata. Nei vani principali ci accolgono graffiti in vernice blu. Messaggi romantici. Una vera “stanza dell'amore” adattata con piccole candele in un angolo. Immaginiamo utilizzate da coppiette in cerca d'intimità. Di certo recentemente. Come tradiscono le date riportate sulle pagine di giornale appallottolate in un angolo. Lì vicino un pacco di preservativi.

Uno spettacolo più disgustoso è invece quello che vediamo nella stanza attigua: carta igienica sporca ammassata in un angolo.

Il nostro rapido tour vi mostra l'ennesimo edificio abbandonato. Rientrato in un finanziamento di diversi milioni di euro. Raccolte in iniziative legate al Giubileo. Ma oggi non resta nulla. Se non il degrado e lo spazio superiore dell'edificio che doveva fungere da parcheggio per i turisti. Per invogliarli a prendere la funicolare. Anche quella, purtroppo, solo una chimera. Ma questa, cari amici di Ottopagine, è un'altra storia. Che non mancheremo di raccontarvi.