Marzano contro gli immigrati: «Temiamo per donne e bambini»

Paese in piazza. Guarda lo speciale con tutte le interviste: «No ad avventurieri e parassiti»

(Clicca sulla foto di copertina e guarda le interviste. A fine articolo tutte le foto) Il paese è compatto: «Chi garantisce la sicurezza degli abitanti? Un gruppo di oltre trenta ragazzi può ribellarsi in qualsiasi momento»

Marzano di Nola.  

 

di Andrea Fantucchio

(Clicca sulla foto di copertina e guarda le interviste. A fine articolo tutte le foto) «E’ sempre la stessa storia. Entrano in due e diventano quarantaquattro. Con polacchi e ucraini pure è stato così. Il lavoro non c’è. E i nostri bambini hanno paura di questi immigrati». Le signore di fronte a noi non hanno dubbi. A Marzano di Nola, i cittadini non vogliono accogliere neppure un immigrato.

Questa mattina il paese è sceso in piazza. Oltre settanta cittadini hanno sfilato fino all'ingresso del parco abitato dove dovrebbero arrivare oltre trenta immigrati. Un ex ospizio, che un privato del posto ha deciso di affittare a una cooperativa per accogliere i migranti. Una decisione che qui a Marzano è stata letta come “un colpo di mano” della Prefettura. Che si sarebbe accordata col privato senza informare l'amministrazione.

Il prefetto Carlo Sessa, nei giorni scorsi, ha provato a smorzare i toni: annunciando che a Marzano non sono previsti arrivi nell'immediato futuro. Ma ormai la miccia è stata accesa. E i cittadini sono qui, in concomitanza col sopralluogo dell'Asl nella struttura che dovrebbe ospitare gli immigrati, per manifestare il proprio dissenso.

A partire dal sindaco, Trifone Greco, che annuncia: «Questa è una struttura condominiale ci sono inquilini già residenti. Qui abitano persone anziane, bambini, ragazzi e ragazze, che vivrebbero l'arrivo degli immigrati come un'invasione. Abbiamo comunque redatto un documento, nel quale spieghiamo come questi edifici non siano adatti ad accogliere gli immigrati».

Continua Greco: «Qua già stiamo messi bene con la criminalità. Inoltre non sono da escludere, con l'arrivo degli immigrati, episodi che potrebbero definirsi promiscui. La comunità di Marzano è qui per manifestare il proprio dissenso. La legge che regola l'integrazione non aiuta. Enti locali, come i nostri piccoli Comuni, vengono scavalcati dalle decisioni governative, e così ci troviamo a dover affrontare arrivi in massa come quello previsto a Marzano».

Dai più giovani ai più anziani, il paese è compatto. Univoco il tenore dei commenti. Eccone alcuni. «Sono contrario all’arrivo di avventurieri e potenziali parassiti». «Come possono essere accolti tanti immigrati in un paese piccolino come Marzano? Siamo poco più di 1500 abitanti». «Chi garantisce la sicurezza degli abitanti? Un gruppo di oltre trenta ragazzi può ribellarsi in qualsiasi momento. Perché noi dobbiamo passare un guaio?» «Che integrazione possiamo offrire a queste persone? Li mettiamo a fare cosa? I nostri ragazzi non hanno lavoro».

Dello stesso parere il vicesindaco, Antonio Moschiano: «Marzano di Nola ha detto no all'arrivo in massa di tutti questi immigrati. L'unica integrazione che possiamo offrire è quella destinata a poche famiglie. Col rapporto di tre immigrati ogni mille abitanti».

Il segretario cittadino di Fratelli D'Italia, Trifone D'Addeo, non ha dubbi: «Marzano si è sempre distinta come una comunità accogliente. Possiamo dare asilo a una massimo di due famiglie composte da mamma, padre e bambini. Ma non a gruppi di soli uomini. Quegli immigrati verrebbero solo sfruttati. Considerando che non si può offrire loro un' integrazione adeguata».

L'8 marzo i sindaci dei sette comuni del Vallo saranno ad Avellino per incontrare il Prefetto, Carlo Sessa.

Spiega il primo cittadino di Marzano di Nola, Trifone Greco: «Se proprio dovremo accogliere qualche immigrato, lo faremo solo dopo aver sottoscritto un accordo con la Prefettura. Nel quale sarà specificato che non possiamo far venire qui più di tre migranti per ogni mille cittadini. Così impediremo ai privati di accordarsi privatamente. Solo per arricchirsi e speculare sulla pelle degli immigrati».