Nel giorno dell’Epifania una bellissima preghiera poesia di Padre Michele Bianco, il sacerdote degli ultimi. "L’Emanuele eucarestia unica nostra via"
A diffonderla sulla pagina facebook “Padre Michele Bianco info Santuario San Ciriaco Torre Le Nocelle, rivolta ai tanti pellegrini in cerca di Cristo è Alessandro Matassa sempre attento e puntuale.
“Emmanuel, Dio con noi, ti nomò Isaia, a indicar, de la gloriosa tua venuta, la profezia, pensando al nascituro Ezechia, al nobil nipote di Zaccaria, de la ormai decadente monarchia, al genitore radioso dell’idolatra Manasse, che fu già de la radice di Iesse, d’Acaz scettico e d’Abijah rampollo, per la casa di Israele e di Giuda nuovo Apollo, alludendo a una culla, al ventre della regal fanciulla. Mai avrebbe egli, però, immaginato, o di pensar diversamente osato, al sen casto, puro e illibato, di gloriosa Vergine e Pia,promessa sposa di Giuseppe, Maria, de la discendenza di Giacobbe Patriarca, quale di salvezza novella arca e men che mai ipotizzato che ti saresti incarnato, e volendo vivere nel dolore, che avresti scelto di morire per amore, che ti saresti addirittura esinanato. Tu da li angeli adorato, rendendoti umiliato, Dio che, come il Poeta aveva cantato, nel ciel da mirabili schiere osannato, ciò che vuoi. Tu puoi e che ora ti sei fatto come noi, Bambin, o Divino Fantolin, de l’umanità tenero Amante e tutto, in greppia, tremante, o dolce e tenero Infante, che scegliendo l’umana carne come abbassamento, il mondo Tu hai redento. Verbo, nel compimento della storia, incarnato, ti sei ne l’Eucarestia eternato, e nel tempo, continuato. Tu, misericordioso e infinito, nel tuo cuore ci hai rapito e ci hai indicato che lo scopo della tua incarnazione de l’uomo con Te è l’unione e il mezzo, il tuo curvarti da Dio, che si incontra col nostro io. Tu, carne come noi, crocifisso, ci hai liberati dall’abisso, il tuo amore, per nostra nequizia, pagò la Divina Giustizia. A Betlemme di Efrata, dai Magi una stella fu veduta: lì l’umanità decaduta hai restaurata, che fu dal peccato piagata. Che bontà, che misericordia, che amore, un Dio che per noi nasce nel dolore e per la nostra imperfezione, sceglie di compiere l’incarnazione. Già a Betlemme si profila del Calvario. Il tuo futuro Sudario. Per la nostra anima ria, la spada trafiggerà l’anima di Maria. Or solo il tuo amore è la via, che, come sacrificio, espia e Tu, sacramento incarnato, patisci e ancor più, a Te ci unisci. Dal Levante all’Occidente, il tuo amore sparge la semente. Ove c’era stata, per il peccato, abbondanza di malizia. Tu hai, invece, per condono, portato copiosa grazia. All’uomo che, per orgoglio, aveva bramato ascendere. Tu hai, al contrario, per umiltà, mostrato il tuo discendere. Per conseguir gli ultimi annullamenti. Tu sei pervenuto agli infimi sedimenti: soggetto a pene e sofferenze, come sorte,hai scelto di condividere la morte. Non già l’integrità, sibbene l’infermità. Nel Presepe velasti, come sulla croce, la tua divinità e qui, nell’Eucarestia, farmaco d’immortalità, persino la tua umanità: nel mare infinito del dolore servo ti sei fatto per amore e la tua creatura hai così tanto amata, da divenir carne crocifissa, cosa inanimata, sino a farti macinare come frumento, l’amore portando così a compimento. E per la carità che il Padre ci donò, che al mondo ti inviò: Tu, prodigio annunciato da Isaia, sei nato da Maria. Come al Sinai, la parola radiosa. È discesa da nube luminosa agli stupiti e attoniti pastori, d’evangelizzazione primi motori, che, in estasi indicibile, hanno conosciuto l’ineffabile. Tutto è ora realizzato: Tu delle Nazioni il desiderato ci hai indicato d’esser l’Emanuele Eucarestia, e così sia!
L'Eucarestia infatti è l'incarnazione continuata: stesso scopo, l'unione dell'uomo con Dio, e stessi mezzi, l'abbassarsi di Dio che si concede a noi. Dio non è più lontano da noi, ora che si è fatto come noi, e, nell'Eucarestia, continuando l'incarnazione, completerà l'unione. Il sacrificio cominciato a Betlemme si è consumato sul Calvario e si perpetua nel cenacolo e di lì sull'Altare. esso come sacrifico espia e come sacramento unisce. Per essere Emanuele occorre diventare Eucarestia. Più che nel Paradiso terrestre, più che a Betlemme stessa, Gesù nell'Eucarestia si è fatto veramente Emanuele, Dio con noi. Questo il senso della preghiera in versi.
Don Michele Bianco, docente di filosofia morale, etica sociale e bioetica è autore di numerosi saggi filosofici, opere storiche e letterarie di grosso spessore. Una figura straordinaria che sa esprimere con grande carisma e umiltà il messaggio evangelico di Cristo. Tantissime le attestazioni di affetto che arrivano per lui quotidianamente da tutto il mondo. Un uomo della speranza, umile e buono, dotato di grande carisma, che trascorse le giornate offrendo la sua vita per gli altri.
Gianni Vigoroso