Comune sfratta la Protezione Civile. «Andremo in Procura»

I volontari dell'associazione "Le aquile" "chiamano" Cantelmo. «Strumentalizzano i bambini».

Vi abbiamo già raccontato i fatti. A fine dicembre i volontari sono stati sfrattati dalla propria sede. Per disposizione dell'amministrazione comunale. Poi è seguito un botta e risposta che ha coinvolto anche gli organi di informazione.

Volturara Irpina.  

 

di Andrea Fantucchio

«Strumentalizzano i bambini. Volevano sfrattarci e ci sono riusciti. Ma non ci arrendiamo. Chiederemo alla Procura di indagare sulla procedura di sfratto. Il comune non è passato per il tribunale prima di mandarci via. Chiediamo anche la reintegra dell'immobile. Ora la Protezione civile è in mezzo a una strada. Un caso unico in Italia». La sintesi del pensiero dei volontari di Protezione Civile. I ragazzi dell'associazione  “Le aquile” di Volturara irpina. Assistiti dal legale Francesco Maria Miccichè.

 Vi abbiamo già raccontato i fatti. A fine dicembre i volontari sono stati sfrattati dalla propria sede. Per disposizione dell'amministrazione comunale. Poi è seguito un botta e risposta che ha coinvolto anche gli organi di informazione.

La motivazione della giunta comunale. Lo sfratto è avvenuto per far spazio agli studenti di elementari e medie in attesa di una nuova sede. Mentre la scuola veniva adeguata sismicamente.

Risponde il presidente dell'associazione, Michele Bisaccia: «Quando ci hanno detto che lo sfratto serviva a far posto ai bambini abbiamo scritto una lettera. Lettera diretta alla città oltre che all'amministrazione. Avremmo lasciato la struttura, ma chiedevamo una sede alternativa. Una richiesta lecita, se si considera tutti i lavori che abbiamo realizzato a spese nostre. Lavori effettuati nella sede dalla quale ci hanno cacciato. Quando siamo arrivati, quel posto era una latrina. E non scherzo. Comunque, l'amministrazione non ci ha risposto. Poi è arrivato lo sfratto con un dispiegamento di forze che reputo eccessivo».


Ma le contestazioni riguardano anche i lavori di adeguamento sismico della scuola media e elementare. Spiega il legale dell'associazione: «Per i lavori è stata fatta una gara d'appalto nel 2014. Il cui esito è stato contestato dalla ditta arrivata seconda in graduatoria. Ditta che si è rivolta al Tar. Venivano indicate delle irregolarità che riguardavano la prima impresa. Il tribunale regionale ha accolto queste ragioni».

«Il comune invece di accelerare i lavori, si è schierato a fianco della prima ditta. E hanno portato la questione al consiglio di stato. La seconda ditta ha fatto la stessa cosa. Salvo poi ritirarsi.  Quindi l'appalto è tornato alla prima impresa. E si è proceduto con lo sfratto. Sono passati due anni mentre si potevano ultimare i lavori. O studiare situazioni alternative. Soprattutto se era così urgente, come dice oggi l'amministrazione. Poi di punto in bianco, cacciano via l'associazione».

«Il sindaco  ha giustificato l'urgenza dello sfratto. Dice che i locali serviranno al comune per trasferire delle classi di medie e elementari. Nella delibera addebita i danni che riguardano il ritardo del trasferimento all'associazione. Uno procedimento che contestiamo».


La questione ora ha coinvolto anche le opposizioni. I consiglieri hanno richiesto un consiglio mono-tematico aperto alla città. Nel quale vogliono sia approfondita la vicenda relativa allo sfratto dell'associazione. Una situazione che è solo all'inizio. Mentre i volontari restano senza sede.