Il Comitato Civico di Gesualdo- “No Trivellazioni Petrolifere in Irpinia” torna sull'argomento dopo i tanti appelli lanciati alla Regione Campania e alla deputazione irpina in Parlamento.
«La data del 31 marzo è mestamente giunta senza alcuna novità di rilievo. Come temuto, la commissione Via regionale non si è pronunciata sull’istanza per il progetto ‘Gesualdo-1’ presentata il lontano 19 settembre 2012. Nel corso di questi lunghissimi due anni e mezzo a nulla sono valse le continue richieste di una decisa presa di posizione sollecitata dai comitati e dalla società civile irpina. Adesso, così come prescritto dall’art 38 comma 4 della legge 164/2014 (Sblocca Italia), l’istruttoria in corso passerà alla competenza dei giudici istruttori di nomina ministeriale.
Il trasferimento di competenze precluderà alla Regione, e dunque agli enti territoriali campani, la possibilità di verificare un progetto che, sulla base degli impatti ambientali e socio-economici già ampiamente discussi, potrebbe andare a sconvolgere i già fragili equilibri di questo territorio. La giunta regionale campana, che ha impugnato lo Sblocca Italia per violazione delle competenze legislative regionali in materia di energia, non ha paradossalmente esercitato le sue prerogative quando sarebbe stato necessario farlo. Al doveroso ricorso avrebbe dovuto far seguito anche un parere negativo così come accaduto nella vicina Basilicata per ben cinque progetti di ricerca.
In questa fase così delicata si è riscontrata purtroppo l’assenza delle istituzioni locali di riferimento che, forse distratte dalla campagna elettorale alle porte, poco hanno prodotto in termini di pressione politica sulla vicenda. Il deliberato della giunta provinciale sembra essere rimasto lettera morta: infatti, dello stesso, non se ne conosce il contenuto né i destinatari finali. Se nel frattempo la società civile irpina, il mondo produttivo, i sindacati, le associazioni e la comunità scientifica si sono espressi in maniera decisa e unanime, scarso è il contributo apportato da istituzioni e sindaci del territorio. Si sollecita, quindi, il tempestivo invio della delibera provinciale all’attenzione della commissione regionale competente e, soprattutto, l’apertura di un tavolo di verifica e dibattito sul tema che possa fortificare il fronte del dissenso dal punto di vista istituzionale, che rimane secondo noi il più forte e credibile.
La campagna elettorale alle porte di sicuro riserverà alla vicenda demagogiche prese di posizione e plateali espressioni di protesta. Rimane sconcertante che due anni e mezzo e due tornate elettorali, aldilà dei soliti proclami di facciata, non abbiano portato all’adozione di nessuna norma di salvaguardia e di tutela delle prerogative ambientali irpine.
E’ il momento che la politica dica la verità e che si esprima nel merito in maniera corretta e leale nei confronti dell’Irpinia. L’azione dei comitati rimarrà incessante, ostinata, caparbia fino a quando non verranno chiarite posizioni, intenzioni e progetti politici finalizzati alla tutela del territorio e alla salvaguardia ambientale nell’ottica dell’allontanamento dello spauracchio del petrolio.