Tenta di introdurre cellulari in carcere: fermato familiare a Poggioreale

Ennnesimo intervento della polizia penitenziaria in Campania dopo il caso Ariano in Irpinia

tenta di introdurre cellulari in carcere fermato familiare a poggioreale

La denuncia del Sappe

Napoli.  

Il personale di polizia penitenziaria della casa circondariale di Napoli Poggioreale è riuscito ancora una volta a contrastare l'introduzione illecita di telefoni cellulari. Secondo quanto riferisce Tiziana Guacci, segretaria per la regione Campania del sindacato autonomo polizia penitenziaria, “nella mattinata di oggi un familiare di un detenuto, appartenente alla categoria alta sicurezza, ha cercato di introdurre 2 telefoni cellulari e 6 Sim.

L'uomo è stato intercettato e fermato dalla Polizia Penitenziaria”. “Il Sappe esprime vivo appezzamento per l'alto livello di professionalità del personale di polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale che tra le mille e quotidiane difficoltà, in una struttura che ospita più di 2000 detenuti e la notoria carenza di organico, sono circa 208 i poliziotti in meno, riesce ancora a garantire la legalità assolvendo i propri compiti istituzionali”, conclude.

Per Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria, "il problema dell'ingresso della droga in carcere è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane. 

Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all'interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all'interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta”. 

E plaude alla professionalità dei poliziotti penitenziari del reparto di Poggioreale, carcere più affollato d’Europa con oltre duemila presente quotidiane:

 “Stiamo parlando di poliziotti che fanno servizio in sezioni al limite (e oltre…) le condizioni minime di salubrità, che sono costretti a fare ore e ore di straordinario ogni giorno per far fronte ai compiti istituzionali, che non hanno neppure gli strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica, come può essere il taser”, evidenzia il sindacalita, che torna a sollecitare “provvedimenti urgenti”, a cominciare da “un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di polizia penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere” e dalle“espulsioni di tutti i detenuti stranieri in Italia, spesso protagonisti per più gravi eventi critici in carcere”.

“Serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il sindacalista, che si appella ai vertici del Dap affinché creino le condizioni “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.

 “Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude il leader del Sappe.