Educare le nuove generazioni

Penso che Roberto Saviano, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica contro la camorra, produca l’effetto contrario

educare le nuove generazioni

di Luigi Mainolfi      

In Campania, i  delitti  compiuti dai giovani vanno aumentando. Non vedo decisioni politiche efficaci per affrontare il fenomeno. Forse, non sono state capite le cause. Ricordi della mia adolescenza mi spingono a valutare gli effetti sui ragazzi di molte espressioni artistiche (cinema, teatro, pubblicazioni), di comportamenti di persone importanti e delle dichiarazioni di opinionisti, che la televisione fa arrivare in tutte case. Quando fu istituito il Cinema nel mio comune, andavano di moda i film di Cappa e spada. Assieme a miei compagni, costruimmo 20 spade di legno, formammo due squadre da 10 e in piazza organizzavamo gare di scherma.

Quando esplosero i film Western, la pistola diventò un'arma popolare. Noi ragazzi restavamo affascinati,  senza pensare ai pellerossa che venivano uccisi.  Con i soliti  amici costruimmo pistole di legno e formammo due gruppi, che puntavano le pistole e con la bocca imitavamo il rumore dello sparo. Meno male che, allora, la  famiglia, la scuola e le Chiese erano Agenzie culturali e non ci facevano andare al di là del gioco. Con queste premesse, non potevo non pensare agli effetti che i film sulla camorra, le sceneggiate napoletane e le storie di personaggi come Cutolo, Giuliano, ecc potessero provocare sui giovani.

Penso che Roberto Saviano, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica contro la camorra, produca l’effetto contrario e che spettacolarizzare argomenti  camorristici  faccia diventare i giovani, deboli socialmente e incerti del proprio futuro, potenziali collaboratori dell’ambiente camorristico. Anche perché, le tre Agenzie culturali, di cui innanzi, da  molti decenni si sono essiccate. La scomparsa dalle scuole del libro Cuore, per volontà di stupide forze politiche, ha eliminato uno strumento, non a caso, chiamato “Vangelo laico”, che sensibilizzava le coscienze dei ragazzi, facendoli diventare refrattari alle cattive tentazioni. Il cambiamento della società ha reso più attraenti, per la camorra,  il settore del commercio e quello finanziario-assicurativo.

Il mondo della droga, che ha  più “clienti” e richiede più distributori,recluta ancora di più.  Alcuni studiosi sostengono che oltre a questi cambiamenti c’è  il fatto che le fiction  spettacolizzano la camorra, la quale si vede mitizzata e non sente più  l’esigenza di fare autopromozione. Un mondo complesso influenzato da infiniti e nuovi fattori viene affrontato con una superficialità preoccupante. Inoltre, i migranti clandestini, hanno  l’esigenza  di  vivere e di non essere scoperti, condizione che li fa diventare arruolabili dal mondo camorristico.

Gli argomenti ripetitivi ascoltati dopo i fatti di Caivano dimostrano che le belle parole e la promessa di indulgenze non rendono  la società migliore. Ripeto un concetto di Giacomo  Mancini: “Non bisogna perdere tempo a  cercare di sensibilizzare  gli adulti, ma partire dai ragazzi delle elementari, insegnando  loro  valori, come onestà,solidarietà,amicizia e  rispetto per le persone . A tale scopo, i racconti del libro Cuore sono più efficaci  dei sermoni e delle invocazioni. Dopo dieci anni, avremmo una società più sana e più refrattaria  alle lusinghe della camorra e del mondo del male affare. Spero che qualche forza politica  dimostri sensibilità.