Salernitana, Di Marzio: "Squadra vera, salvezza possibile. E' mancata chiarezza"

Il giornalista sportivo: "Vincere al Vestuti era come vincere al Maracanà"

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Salerno.  

La Salernitana è una squadra vera e sono sicuro che si giocherà fino in fondo le sue speranze salvezza. Ne è convinto Gianluca Di Marzio, volto noto dell'informazione calcistica italiana che questa mattina ha fatto tappa al liceo “Severi” di Salerno per un contro su giovani e sport. Una visita che, inevitabilmente, è stata anche l'occasione per parlare di calcio giocato.

"È un momento difficile ma nell'ultimo periodo la squadra ha acquisito certezze, è una squadra forte. Vincendo magari a Cesena poteva già essere più serena ma è chiaro che quando non riesci a vincere delle partite, ti trovi a dover recuperare il terreno d'inizio stagione e ogni passo falso rischia di farti cadere. Oggi credo che la Salernitana sia una squadra seria, vera, l'ha dimostrato a Bari e contro il Modena, lo può dimostrare contro il Palermo. E' chiaro che il calendario non ti dà una mano perché prevede le sfide con Palermo e Juve Stabia ma sono queste le gare che Salerno ama vivere con entusiasmo e quindi immagino che in queste due partite la piazza farà la propria parte".

Sull'ambiente: "Se pensi a dove eri tanti anni fa, è chiaro che forse pensi che sia meglio tenersi stretta questa categoria. Ma quando hai vissuto la serie A e sei una piazza da A, hai la fretta di tornarci subito. È chiaro che servirebbe equilibrio ma il tifoso non ha equilibrio, vuole vincere sempre. E vuole chiarezza, credo che questo i tifosi della Salernitana abbiano rimproverato a questa proprietà, il non averci messo la faccia, o averla tenuta ogni tanto nascosta, il non aver espresso con chiarezza quelli che erano gli obiettivi. Perché se sei chiaro, credo che la gente possa seguirti a prescindere. Ma se non dai segnali, non fai vedere che ci sei, non trasmetti l'amore per la squadra che rappresenti, allora il tifoso ti volta le spalle".

Di Marzio ha poi rievocato un dolce ricordo di famiglia: "Nel 1988 il Cosenza di mio padre venne a vincere al "Vestuti". Ricordo che la squadra non riuscì ad arrivare allo stadio, perché c'era talmente tanta gente nell'antistadio che i calciatori si spogliarono nel pullman e dovettero entrare con le camionette dei carabinieri. Fu una partita memorabile, perché vincere lì era come vincere al Maracanà".

Non è mancata, poi, una riflessione sulla Juve Stabia: "Ha fatto benissimo in C, ha confermato tanti di quei protagonisti. La vittoria ha dato certezze e portato ad essere la Juve Stabia una squadra difficile da battere per tutti, con un allenatore molto bravo. La continuità è fondamentale. Anche qui a Salerno, se si dovesse centrare la salvezza, spero che possa esserci continuità".