Sette allenatori in meno di diciotto mesi. Quattro direttori sportivi nello stesso arco temporale. Basta questo dato per sottolineare la schizofrenia calcistica che ha accompagnato Danilo Iervolino alla guida della Salernitana. Esoneri su esoneri, ribaltoni e clamorosi colpi di scena. Al pari degli oltre cento milioni di euro investiti, “continuità tecnica” è stata la parola sconosciuta in casa granata, impossibile da poter declinare a causa della volontà folle di ottenere i risultati subito, affidandosi troppe volte anche all’impulsività e all’irruenza per decisioni energiche ma che non hanno pagato.
Il bilancio da quel 1 gennaio 2022 supera la doppia cifra di sostituzioni fra panchina e uomini mercato. Il primo atto furono le dimissioni di Angelo Fabiani, seguite dall’avvento di Walter Sabatini. Il ds confermò per le prime sfide Stefano Colantuono e poi chiamò Davide Nicola per centrare la favosa salvezza del 7%. Ad inizio giugno la separazione con il dirigente umbro. Si ripartì da Morgan De Sanctis come ds. Il matrimonio tra l’uomo mercato e Nicola andò avanti non senza alti e bassi, con il primo esonero il 15 gennaio 2023 poi rimangiato qualche giorno dopo, seguito però dalla decisione di cambiare e affidare la panchina a Paulo Sousa.
Sarà salvezza, tramonto di una stagione con tanti sorrisi ma anche alba di una successiva annata che sarà quella del fallimento sportivo. Quattro gli allenatori nel campionato che si concluderà con il mortificante ultimo posto in classifica (Paulo Sousa-Inzaghi-Liverani-Colantuono) e con il ritorno di Sabatini come direttore generale ma questa volta senza alcun miracolo sportivo.
In estate la rivoluzione totale per affrontare il campionato di serie B nel nome del dimensionamento legato alla categoria e alla sostenibilità economica, obiettivo fondamentale da perseguire in tutti i modi. Gianluca Petrachi l’uomo della rifondazione, Giovanni Martusciello invece il tecnico al quale affidare una squadra giovane e spensierata. Progetto durato meno di sei mesi, prima con l’avvento di Colantuono in panchina e poi con la rivoluzione di Capodanno: fuori anche Petrachi, a Roberto Breda e Marco Valentini il compito di centrare la salvezza.