Ai piedi di Jeff. Minuto 59 di Salernitana-Carrarese. Stefano Colantuono, sul punteggio di 3-1, decide di sfilare Reine-Adelaide. L’Arechi, leggendo il numero 19 sulla tabella luminosa alzata dal quarto uomo, si alza in piedi e applaude. Il francese ricambia e si prende i complimenti della panchina. Anche l’avversario Calabro sottolinea la forza del calciatore transalpino: “Ha un altro passo, era incontenibile”. Poche parole ma sufficienti per spiegare l’impatto di Reine-Adelaide sulla partita di ieri. Tecnica, qualità, lucidità nella scelta del passaggio e una formidabile capacità di slalomeggiare con il pallone tra i piedi. Dalle sue idee sono nati i pericoli maggiori della Salernitana. Una prova solida, riannodando il filo con quella di Reggio Emilia con la Reggiana prima dell’infortunio muscolare.
“Non ha nulla a che fare con questa categoria”, aveva raccontato il ds Gianluca Petrachi nelle scorse settimane. E allora viene lecito pensare quanto possa spostare in termini di equilibri poter contare sulle qualità di questo calciatore e quanto la Salernitana abbia lasciato per strada anche per l'assenza del transalpino. Leader tecnico ma anche caratteriale. L’abbraccio a Sepe prima della trasformazione del rigore del toscano Schiavi, la piazza pulita in area di rigore per lasciare a Verde la giusta concentrazione per il penalty del 3-1 e poi la spinta ad Amatucci per portarlo avanti rispetto al gruppo e fargli riconoscere il giusto tributo dalla Curva Sud Siberiano. Piccoli gesti che fanno un campione. “Ora serve il bilancino”, ha ammesso Colantuono. La Salernitana incrocia le dita e spera di potersi gustare i lampi di un calciatore imprescindibile.