La recente inchiesta legata alle infiltrazioni criminali nelle curve di Milan e Inter ha riaperto un vecchio dibattito sulle tifoserie organizzate. In un’intervista all’Ansa, anche Aniello Aliberti ha riaffrontato l’argomento. L’imprenditore campano, ex presidente della Salernitana, ha raccontato la sua esperienza vissuta nel 1999, quando alcuni tifosi della squadra granata irruppero nella sala stampa dell’Arechi per fermare l’esonero di Delio Rossi e l’arrivo di Francesco Oddo sulla panchina della Bersagliera. "Tornare nel calcio oggi? Assolutamente no. E' un sistema che non funziona e la Federazione non interviene per cambiarlo", ha racconato all'ANSA l'imprenditore campano. "A me, all'epoca, le curve non hanno mai chiesto soldi. Ora però vedo che ci sono infiltrazioni criminali. Non è proprio un bel clima. Ci sono troppi soldi che girano. Le contestazioni ci sono sempre state ma cambiano le motivazioni. Se si va a guardare il Napoli di Ferlaino, ci furono addirittura attacchi dinamitardi da parte di "bombaroli" di turno alla sua villa a Napoli. Ora, da quel che leggo, però ci sono gruppi criminali che hanno interessi economici. I danni sono provocati dalla Federazione. Potrebbe intervenire, applicare le leggi che ci sono. Chi crede che la Federazione possa mai commissariare Inter e Milan? Non lo faranno mai. E sia chiaro: non è che i tifosi fanno tutto da soli...".
Poi la chiosa sull’attuale movimento calcistico: “Questo sistema esploderà. I giovani che si annoiano dopo 15 minuti non restano. Si dovrà tornare alle origini: meno tv, meno soldi, meno calciatori strapagati che sprecano denaro a Ibiza mentre c'è gente che non ha il lavoro. Sembra retorica ma non lo è”.