Rivoluzione doveva essere e così è stato. La Salernitana cambia pelle, al termine di una sessione di mercato post-retrocessione dettata dalla volontà di cambiare interamente lo spogliatoio, rivoluzionare volti ed ambizioni nel nome della sostenibilità economica e di una sessione estiva da lacrime e sangue. Sono venti gli acquisti e diciannove le uscite realizzate dal direttore sportivo Gianluca Petrachi, protagonista assoluto della rifondazione granata, costretto a dividersi tra scout, trattative e l'immancabile calcolatrice su richiesta della società.
Un super lavoro che ha portato i suoi frutti: ben 33 i calciatori che compongono ora una rosa considerata extra nei numeri ma di profonda qualità per la categoria, accompagnando all'uscita gli scontenti e assicurandosi valore in ogni zolla di campo.
Ricambi importanti in ogni posizione è ciò che più spicca all'occhio. A partire dalla porta con Sepe che avrà Fiorillo a guardargli le spalle. In difesa, le batterie di terzini avranno a destra Ghiglione, Stojanovic e Gentile, a sinistra Njoh e Jaroszynski. In mezzo l'esperienza di Ferrari e Bronn si fonderà con la gioventù di Velthuis e Ruggeri. E occhio ad un eventuale innesto dagli svincolati.
In mezzo al campo l'imbarazzo della scelta: Amatucci sarà il perno con Maggiore che ne potrà essere il vice. L'ex Spezia però è il portabandiera di una batteria di mezzali che annovera la qualità di Soriano, Reine-Adelaide, Hrustic e Tello, così come il lavoro in interdizione di Legowski.
In attacco invece tante le frecce a disposizione: Torregrossa arriva per rubare la scena a Simy. Insegue il polacco Wlodarczyk. Sulle corsie è bagarre con Verde, Braaf, Sfait, Tongya, Kallon, Dalmonte e Valencia.