Salernitana, rabbia e rimpianti. Difesa e mercato: è il momento di agire

Il ko del Druso ha fatto emergere le difficoltà dei granata. Ora però niente rimpianti

salernitana rabbia e rimpianti difesa e mercato e il momento di agire
Salerno.  

Il ko allo scadere di Bolzano è stato un pugno in pieno viso difficile da mandare giù in poche ore. La stoccata del 3-2 di Rover ha avuto l’effetto di una sveglia per la Salernitana dopo l’ottima partenza e i due successi con Spezia e Cittadella. “Le due rimonte sono riuscite a nascondere le difficoltà che io invece avevo sotto gli occhi”, l’ammissione di Giovanni Martusciello, chiamato a fare mea-culpa per la gestione degli ultimi minuti (dalle sue parole anche l’amarezza per la gestione del cambio Di Vico-Tongya in pieno recupero) ma anche ad analizzare cosa non è andato al Druso.

A partire dalla prestazione poco efficace di un attacco troppo fumoso e di un centrocampo evaporato nei momenti topici della partita, incapace di reggere il passo con la fisicità e la verticalità del Sudtirol. Tante le attenuanti però per il reparto centrale, costretto a fare i conti con una coperta cortissima e con interpreti ben lontani dalla migliore condizione: Tongya ha disputato 90 minuti con appena una settimana di allenamento nelle gambe, Tello e Soriano subito buttati nella mischia e apparsi in debito d’ossigeno. Con la consapevolezza che, nel breve termine, non ci saranno altre carte da pescare soprattutto a causa degli infortuni di Maggiore e Reine-Adelaide.

Difficoltà nel reggere sia i ritmi che l’onda d’urto degli avversari rendendo vulnerabile la Salernitana. I dati inchiodano la fase difensiva, con già sette gol incassati nei primi 270 minuti di campionato. “Se arrivano palloni in continuazione in area la colpa non è solo del pacchetto arretrato”, lo scudo di Martusciello condannato però a fare i conti anche con le prestazioni dei singoli tutt’altro che sufficienti. A partire dalla falsa partenza dell'esperienza italiana di Velthuis, protagonista in negativo con il Cittadella e tra i peggiori con il Sudtirol. Così come la timidezza di Njoh sulla corsia mancina.

E allora ecco perché l’ultima settimana di mercato resta un’occasione troppo importante da sfruttare per provare a sopperire con esperienza e personalità ai limiti oggettivi e strutturali, dettati dalla necessità di vendere, sacrificando la costruzione della rosa nel nome del dio denaro. Nella lista della spesa fatta da Martusciello era stata ribadita la necessità di un difensore centrale e di un mediano con fisicità. A Petrachi, arrabbiatissimo per il ko maturato nel finale nel ventre del Druso, il compito di provare a trovare gli interpreti giusti per non lasciare spazio ai rimpianti e interrompere il processo di crescita della squadra.