“C’è un coro che mi fa impazzire: Bonazzoli fa gol”. Era l’estate del 2022. Federico Bonazzoli si era preso Salerno a suon di reti e prodezze, sognando la Nazionale dopo aver contribuito ad una salvezza miracolosa. Con il Milan segnò in rovesciata sotto gli occhi dell’allora ct Mancini che poi gli fece tirare le orecchie dall’allora ds Sabatini per un gol in rabona sfiorato invece di una più comoda conclusione. Per festeggiare quella clamorosa rimonta salvezza offrì brioches col gelato nel cuore della città alla sua gente. Leader tecnico ed idolo indiscusso, ritornò alla Sampdoria. Iervolino però fece di tutto per riportarlo in granata, imbattendosi anche nella richiesta di pazienza del ds Morgan De Sanctis che voleva attuare tutt’altro strategia, nel nome di un calciatore fuori dai piani dei liguri. Alla fine fu ritorno per cinque milioni di euro con ingaggio pesantissimo. Una delle tante scelte impulsive costate care.
La sua seconda parentesi in granata doveva essere quella della consacrazione. Invece fu ricca di bocconi amari e poche gioie. Con il Milan ad inizio 2023 lo squillo che convinse Iervolino a toglierlo dal mercato e a non cederlo alle dirette concorrenti. Fu l’inizio della fine, con l’arrivo di Paulo Sousa e un rapporto mai sbocciato. “Dal punto di vista tecnico può fare la differenza, potenzialmente è un attaccante top e può essere micidiale. Noi, però, abbiamo bisogno di tante altre cose. Qui siamo alla Salernitana, siamo in difficoltà e devo avere risposte che vadano oltre l'aspetto qualitativo”.
Il semestre si concluse senza squilli. In estate, nel ritiro di Rivisondoli, Sousa decise di estromettere sia il Pistolero che Sepe dal gruppo squadra. Iniziò un lungo tira e molla, le accuse di mobbing prima della trattativa con l’Hellas Verona e la volontà di dimostrare il suo valore. Ora ripartirà dalla serie B, dall’ambiziosa Cremonese permettendo alla Salernitana di mettere in cassa appena 500mila euro ma liberandosi di un ingaggio pesantissimo. Dei gol, dei cori e delle brioches col gelato solo ricordi. L’ennesimo rimpianto di un biennio avaro di emozioni.