Salernitana, Stirpe e Nicola: le due facce della stessa medaglia

Il tecnico centra la quinta impresa salvezza, il patron ciociaro ci mette la faccia

salernitana stirpe e nicola le due facce della stessa medaglia
Salerno.  

 “Te lo prometto”. Una riga sopra a cancellarlo. “Te lo dimostro”. La parola che campeggia sui social di Davide Nicola è l’ennesima impresa sportiva riuscita. Con il sapore di rivincita. La “girata” di Niang che ha portato in paradiso l’Empoli ha riaperto l’eterna discussione sull’operato del tecnico piemontese sulla panchina della Salernitana. Nicola sorride e guarda avanti, forte della quinta impresa salvezza in serie A dopo Crotone, Genoa, Torino e Salernitana. Ora scatterà il nuovo contratto, con il club toscano che si affiderà ancora a Nicola: “La salvezza ad Empoli è stata una delle più belle per estetica di gioco, abbiamo dimostrato di non voler mollare. Questa è stata una salvezza coraggiosa, abbiamo giocato per far vedere che avevamo delle idee e il coraggio di metterle in pratica. Sono felice per quanto fatto, per i miei ragazzi e per la società ma sono consapevole che anche altri avrebbero potuto rendere così”.

Chi invece mastica amaro è Maurizio Stirpe. Il suo Frosinone è crollato sul più bello, con i ciociari che avevano in pugno la salvezza prima della doppia doccia fredda prima con il gol di Davis, poi con la zampata di Niang. Il patron però non ha perso tempo e ci ha messo la faccia in conferenza stampa, assumendosi le responsabilità di un fallimento sportivo: “C’è una grande amarezza per l’epilogo. Fino a 15 minuti dalla fine del campionato avevamo una certa posizione, che poi è evaporata con il gol dell’Udinese, che onestamente vedendo l’andamento della partita fosse meritato. Se stasera una squadra doveva vincere era la nostra. Purtroppo abbiamo dei limiti che abbiamo avuto durante il campionato e che hanno reso labile il confine tra una grande impresa e una grande disfatta. Non dobbiamo appellarci al risultato di stasera. Dobbiamo accettare il risultato del campo: siamo stati meno bravi degli altri, farne tesoro e ripartire in un modo adeguato e sostenibile”.