Verona-Salernitana 0-1, l'analisi e le tre chiavi della vittoria del Bentegodi

Cronaca e analisi dell'ultima partita dell'anno: Natale posticipato con 3 punti in dono

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Salerno.  

Ultimi 90 minuti del 2023 per Salernitana e Verona che si sfidano al "Bentegodi" per il più classico degli scontri salvezza. E la spunta la Salernitana, grazie ad una straordinaria prova corale. A Verona, in una fredda serata invernale, finirà 0-1 grazie al gran gol di Tchaouna, MVP del match.

Temperature fredde a Veona

Le due squadre in lotta per non retrocedere cercano di coprirsi al meglio – non solo per il freddo – con la linea a quattro. Baroni e Inzaghi adottano moduli a specchio (entrambi con il 4-2-3-1) e l'avvio è decisamente poco avvincente. Ritmi che non sono propriamente bassi ma entrambe le formazioni hanno paura di subire gol.

Verona-Salernitana, la cronaca del match. Avvio con Pirola subito out, ma segnali immediatamente positivi

Il primo episodio degno di nota è l'infortunio muscolare precoce di Lorenzo Pirola al quarto minuto di gioco. Il capitano dell'under 21 deve uscire per far posto a Gyomber, che in questa stagione sta avendo molti problemi nel dare continuità di prestazioni. È la Salernitana che fa la gara, con un avvio sicuramente più determinato. I granata sono più convinti sulle seconde palle e sui contrasti aerei, dove Simy e Fazio spiccano più di tutti. Il baricentro della formazione campana è più alto rispetta a quello dei gialloblù, con questi ultimi che soffrono il buon giro palla della Salernitana. Al 12' arriva la prima occasione con l'ottimo tiro di Mazzocchi da fuori area e il pallone che si spegne di poco a lato.

Tchaouna superstar

Tra i migliori nel primo quarto di gara c'è sicuramente Loum Tchaouna - che sarà poi il vero eroe del match -, che svolge un eccellente lavoro di raccordo tra centrocampo e attacco e, tra i giocatori offensivi, è quello deputato a sostenere maggiormente la fase di pressing. Il francese lotta in ogni contrasto e proprio da un duello vinto sulla trequarti trova il passaggio verso Candreva che triangola alto di nuovo verso Tchaouna. Il francese prova il colpo di testa ma la palla finisce di poco alta sopra la traversa. Ai punti, la Salernitana meriterebbe sicuramente qualcosa in più, anche se manca ancora incisività alla manovra granata.

Tante soluzioni offensive: una varietà che premia

Tra le note positive, della prima parte di gara c'è sicuramente la varietà di soluzioni offensive tentate dalla Salernitana: giro palla da un lato all'altro del campo, verticalizzazioni, triangolazioni e cross in mezzo, sia da destra (Candreva) che da sinistra (Bradaric e Tchaouna). In quasi tutte le azioni, risulta fondamentale l'apporto di Simy e Tchaouna nel mantenimento del pallone, che vengono scelti spesso come primo appoggio per dare il via all'azione. Alla distanza cresce anche Kastanos, autentico factotum dell'attacco granata. Pressa, prende falli, trova linee che altri giocatori non vedono.

Un finale di primo tempo che poteva dare di più ai granata

Il Verona prova ad addormentare il match per andare negli spogliatoi sul punteggio di 0-0. È un monologo della Salernitana che fa tanto, tantissimo possesso palla, e regala una prima frazione di gioco di puro relax a Benoit Costil. L'azione più pericolosa del Verona arriva al 38' grazie ad un ottimo disimpegno di Suslov che crea superiorità numerica. La palla passa sui piedi di Ngonge che cerca il contatto in area e si lascia cadere. Per lui, però, scatta l'ammonizione: è simulazione. Pochi minuti dopo, Kastanos di nuovo si incunea tra le maglie avversarie in area di rigore. Viene colpito alla testa non da da uno ma ben due difensori ma per Mariani non c'è nulla. Sugli sviluppi, Simy va vicinissimo al gol col piattone, ma Montipò risponde benissimo. Un giro di lancette e ancora il portiere del Verona compie il miracolo su Kastanos da posizione ravvicinata. Nel recupero non succede nulla: si va negli spogliatoi sullo 0-0 con una Salernitana molto più gagliarda ma incapace di capitalizzare la maggior produzione di gioco. Nota di merito per l'organizzazione difensiva: in 45 minuti (più 3 di recupero) il Verona non ha trovato lo specchio in nessuna occasione (su quattro tentativi totali, e tutti molto velleitari).

Loum Tchaouna la sblocca con un colpo da biliardo

Alla ripresa, il Verona parte forte e sin da subito fa capire di voler cambiare musica. Costil esce benissimo su Davidovic su sviluppi di corner e, nella ripartenza (orchestrata dai soliti Candreva e Kastanos), Tchaouna fa una grandissima giocata: lascia sul posto Hongla e lascia partire il colpo da biliardo da fuori area su cui Montipó, finalmente, non può nulla. Granata meritatamente in vantaggio dopo tre minuti di gioco del secondo tempo.

Inzaghi non molla la presa, la squadra neanche. Si passa dal 4-2-3-1 al 4-3-3

La partita scorre veloce a buoni ritmi ma con poche vere occasioni. Al 57' esce Kastanos, che ha fatto a sportellate con tutti, ed entra Legowski. Inzaghi rinforza il centrocampo a discapito di quel peso offensivo garantito dal cipriota. Che esce stremato sia per i chilometri percorsi sia per il gran numero di colpi presi. Baroni prova le carte Terraciano e Bonazzoli, che entrano all'ora di gioco al posto di Lazovic e Tchatchoua. Il Verona prova ad alzare i ritmi mentre la Salernitana bilancia con un giro palla lento e prevedibile. I padroni di casa ci credono e arriva la prima vera occasione da gol per la squadra di Baroni: Djuric fa ottima sponda di testa per Ngonge che trova il tiro da ottima posizione. Il pallone si spegne di poco a lato ma il brivido fa saltare gli allarmi in casa granata.

Squadre lunghe e brividi finali, ma la vittoria arriva comunque. Granata sbancano il Bentegodi

Inzaghi sceglie di difendersi con un baricentro più basso ma ripartire in velocità con Bradaric e Mazzocchi, che sostengono le folate sulle corsie laterali. Complice anche la stanchezza, le squadre si allungano e si creano sempre più situazioni pericolosi (anche se non occasioni da gol) da un lato e dall'altro. Finalmente si vede anche Maggiore, che con il centrocampo a tre riesce a dare un maggior contributo anche in fase di copertura. La fase finale del match è caratterizzato dal tiepido assalto veronese che, tuttavia, non basta per scalfire la difesa della Salernitana.

Le chiavi della vittoria, la seconda in campionato (e la prima in trasferta da quasi un anno)

Equilibrio e partecipazione difensiva. Si era già visto nelle ultime due partite contro le ben più blasonate Atalanta e Milan: la Salernitana sta tornando a giocare a da squadra, ad agire come un gruppo unico, compatto, coeso. Anche in fase difensiva col baricentro basso c'è stata grande concentrazione e stabilità. È vero, l'avversario era tra i più agevoli, ma tornare ad un clean sheet (il primo del campionato) è un evento degno di nota. Forse, anche più dei tre punti presi di petto al Bentegodi.

Tenuta atletica. Anche qui va sottolineato il notevole passo in avanti delle ultime giornate. La Salernitana era solita giocare bene al massimo un tempo (o il primo, o il secondo). Oggi, al di là della paura e di alcune decisioni infelici prese nel finale, si è vista una squadra che corre dal primo all'ultimo minuto.

Concentrazione fin dal primo minuto. Rispetto alla stragrande maggioranza delle partite in cui la Salernitana è scesa in campo svogliata o timorosa, oggi ha azzannato l'avversario fin dal primo minuto. I zero tiri in porta del Verona nel primo tempo denotano non solo il ri-trovato assetto tattico, ma anche la capacità di essere presenti, con la testa e con le gambe, fin dal fischio d'inizio.