Salernitana, Ochoa: "Non molleremo, vogliamo salvarci. Sogno il sesto Mondiale"

Il capitano del Messico agli alunni del liceo "Tasso": "Salerno mi fa sentire una persona normale"

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Salerno.  

Il capitano del Messico e portiere della Salernitana, Guillermo Ochoa ha incontrato questa mattina gli studenti del liceo classico Torquato Tasso di Salerno. Un incontro che era stato già programmato in altra data ma a cui l'estremo difensore aveva dovuto dare forfait. "Memo" ha così recuperato la giornata con gli studenti, mantenendo la promessa di andare a trovarli appena possibile, e ha regalato loro una  maglia personalizzata. La professoressa Ida Lenza ha organizzato l'incontro che è stato poi moderato dal giornalista Alessandro Ferro.

I tempi di recupero sono ancora abbastanza lunghi e predica calma

Tra le prime domande per Ochoa c'è quella relativa ai tempi di recupero. Il portiere si era infatti infortunato con la maglia della sua Nazionale in seguito a un brutto scontro di gioco. “Spero di rientrare nelle prossime due-tre settimane ma è difficile che io possa esserci prima di Natale. Ho fatto una risonanza di controllo, il medico ha espresso un giudizio positivo. Occorre non smarrire mai la serenità e l’attenzione, seguire il piano di recupero. Quando c’è un infortunio è importante mantenere calma, seguendo le istruzioni dei dottori".

Sull'obiettivo salvezza, Ochoa afferma che:  "Non bisogna mollare anche in situazioni complicate perché è lì che bisogna incrementare il lavoro. Vale nella vita oltre che nello sport. Abbiamo ancora tante partite da giocare, siamo lì vicino. I risultati non sono arrivati e in questo momento nessuno è contento di questa situazione, noi giocatori siamo i primi a volerne uscire. La squadra lavora duramente ogni giorno e bastano due-tre risultati di fila per uscire dalla zona retrocessione. Possiamo ancora farcela". E crede che "il percorso in serie A deve essere una crescita continua per tutti”.

Il giovane Ochoa, tra università e campi da calcio, affetti e sogni

Ma chi era Ochoa prima di essere la leggenda vivente che è attualmente? "Mi ero iscritto all’università per studiare amministrazione d’impresa, poi però ho dovuto scegliere tra il calcio e l’istruzione. Ho iniziato a dieci anni facendo tanti sacrifici. A volte gli amici mi chiamavano per andare a fare viaggi, weekend fuori, fare festa e io non potevo mai, restavo a casa per riposarmi in vista delle partite. Da calciatore ho l’opportunità di viaggiare molto con il club e la Nazionale: sono fortunato, ho conosciuto il mondo intero e ho potuto vedere tantissime cose. Mi piace scoprire posti, musei, le cose belle del mondo. Credo che tutti debbano viaggiare a prescindere dal loro mestiere”.

E sul sogno, il portiere ha un obiettivo molto concreto. “La famiglia, gli amici, i nostri affetti sono importanti nel supportarci. Ho fatto già 5 Mondiali e voglio il sesto. Non è semplice realizzare i sogni per nessuno, dentro o fuori dal calcio. Nessuno ci è riuscito prima e il percorso può portare dei problemi come questo infortunio o più semplicemente l’età che avanza".

Ochoa contro i ritiri punitivi: "A volte è più importante staccare e non pensare al calcio"

Sul ritiro punitivo, Ochoa ha le idee chiarissime. "Andare tutta la settimana in ritiro non dovrebbe servire. Come professionisti abbiamo tanta pressione, a volte è più importante staccare e non pensare al calcio, così quando torni agli allenamenti sei più concentrato.Dobbiamo fare gruppo, c’è bisogno di andare a mangiare insieme e confrontarci anche fuori dal calcio, come fanno gli amici anche fuori dalla scuola, è la vita. Così si forma un gruppo più forte”. 

Ochoa prende caffè con i tifosi e auspica di rimanere in granata, almeno a salvezza raggiunta

Nell'incontro con gli studenti, si rivela anche il carattere estremamente amichevole di Guillermo "Memo" Ochoa, che si sta godendo la tranquillità di Salerno rispetto al caos dellla grande metropoli.“I tifosi sono sempre gentili con me e la mia famiglia. Vengo da Città del Messico che ha 35 milioni di abitanti, è enorme. Salerno è più piccola e ho voluto un appartamento al centro. Mi piace uscire a piedi e vedere la gente, parlarci. A volte torno dopo avere bevuto cinque o sei caffè perché la gente mi chiama a berne con loro, è gentile. Questo è bellissimo perché nel mio Paese non posso farlo. Di Salerno mi piace il clima, il mare, la cucina e soprattutto il fatto che mi fa sentire una persona normale. La gente è calorosa e spero di rimanere qui, ma prima dobbiamo salvarci".