Serse Cosmi è stato presente al Festival del Calcio Italiano, organizzato al Saint Joseph Hotel (Salerno). Per l'occasione, si è dilungato ampiamente con i giornalisti ed è stato intervistato a margine del suo lungo, articolato ed incendiario intervento, nel primo panel di giornata.
Cosmi: "Necessario fare risultato per ripartire a livello mentale"
Per Cosmi, il recupero della Salernitana è legato ad una cosa molto semplice ma essenziale. "C'è una sola maniera: fare una serie di risultati che anzitutto ti riattivano a livello mentale. Quando sei ultimo in classifica e non vinci, l'aspetto psicologico conta tantissimo. La partita di Sassuolo sarebbe stata da vincere ma intanto è un piccolo mattone. L'errore sarebbe di aspettare gennaio per cambiare le cose. La sosta di dicembre è troppo importante per la Salernitana e tutte le squadre che lottano per la Serie A".
Questo è un campionato "normale", secondo Cosmi, che afferma che "L'anno scorso il Napoli ha fatto un campionato strepitoso, e le avversarie hanno fatto un campionato al di sotto delle aspettative. Quello è stato un campionato anomalo. Quest'anno sembra ci sia più concorrenza e ci sia un livello medio più alto. Secondo me la Salernitana è una squadra che non è inferiore a 5-6 squadre. L'acquisto migliore che potrebbe fare la Salernitana è recuperare lo spirito vincente. I giocatori attendibili per salvarsi ci sono. Il problema è la classifica che ti fa giocare con una classifica deficitaria".
Sull'importanza del tifo e del dodicesimo uomo a Salerno. "Questo dei tifosi è un valore aggiunto e il pubblico di Salerno è uno di quelli che, in casa e fuori, riesce sempre a sostenere la squadra. Questo almeno è il discorso che faccio io. Quello che conta poi è che questo affetto lo sentano i giocatori. Questo è uno stadio dove verrei a giocare 40 partite su 40, anche da avversario. Anzi, vi dico di più, la prima partita in Coppa Italia per me fu proprio qui all'Arechi".
Sui singoli, Mazzocchi e Simy "Pasquale è stato un incontro meraviglioso, tanto è vero che ieri ci siamo salutati e visti, anche se per poco tempo. Era uno dei pochi per cui prevedevo un futuro che poi ha raggiunto. È un giocatore importante e il fatto che si sia ripreso spero sia di buon auspicio. Son contento per lui perché se lo merita. Poi, io ti posso parlare del Simy che ho allenato io a Crotone, fece 13 gol in 14 partite: più di Cristiano Ronaldo. Non è un fenomeno, ma in quel momento era un giocatore forte nella finalizzazione. La mia considerazione è che forse non era il giocatore più adatto allo stile di gioco della Salernitana"
E su Inzaghi "Può essere l'uomo giusto. Ha passione per il suo mestiere oltre che competenza. Le squadre che devono salvarsi devono percepire la passione del proprio allenatore. Qui ci vuole gente così, tipo Nicola, che mise dentro tutto sé stesso. A questo si aggiunge anche la presenza di un altro grandissimo conoscitore di calcio: Sabatini".
Tutto può cambiare da un momento all'altro
Infine, gli chiediamo quale potrebbe essere la ragione principale per cui la stessa squadra (o quasi) dell'anno scorso stia rendendo così poco in questa stagione. "Guarda, non lo so. E non è una risposta banale. Ti dico: a Trapani ho vissuto una annata per cui siamo stati in Serie A per 20 minuti. Poi l'anno dopo è cambiato tutto. E quindi magari lo stesso giocatore che era straordinario quest'anno sembra diversa. Ma non perché ci sia cattiveria. Lo stato d'animo influisce moltissimo. Dare una risposta precisa su questo cambiamento sarebbe idiota, ci sono più fattori. Mi sembra che la Salernitana sia una società ben strutturata. Morgan De Sanctis è uno pignolo che non lascia nulla al caso. Il fatto è capire, e capire dove e come intervenire"