Il ds Pagni a Granatissimi: "Bisogna essere chiari e prendere una sola strada"

Il direttore sportivo dice la sua sulla complessa situazione in casa Salernitana

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Salerno.  

Danilo Pagni, direttore sportivo, è ospite a Granatissimi nella puntata di martedì 7 novembre. Sul possibile richiamo di Paulo Sousa alla guida della Salernitana. "Per dare un giudizio bisogna conoscere le dinamche interne. Una cosa è certa: che Sousa è subentrato l'anno scorso avendo subito un impatto fortissimo. Poi ha avuto il tempo di programmare con il management ma bisogna capire che obiettivi si erano prefissati. Credo ci sia una certa esasperazione da parte di tutte le componenti. È come se ci fossero sempre grandissime aspettative e sembra che si cerchi subito di punire qualcuno. Ribadisco che la mia però è una valutazione da esterno".

Il direttore sportivo Danilo Pagni: "O si cerca di curare, o si opera un taglio netto. Ma bisogna scegliere"

I segnali arrivati non sono stati quelli che ci si aspettava da un cambio tecnico: quanto bisognerà attendere ancora per vedere l'inversione di trend. "Passare da Sousa a Inzaghi è stata una scelta con parametri tecnici e personali differenti. In questo momento bisogna anzitutto tutelare la Serie A, perché quando le stagioni nascono così bisogna patrimonializzare la Serie A. Il cambio allenatore è sempre un terno al lotto e non è detto che questa sia colpa di Inzaghi o colpa di De Sanctis. In questo momento ci vuole la fortuna di battezzare la scelta giusta e dall'esterno non mi sento di dire cosa giusto e cosa no. Sicuramente, le componenti si devono ricompattare. Oppure, in alternativa, si procede con una rivoluzione secca e ci si assume tutte le responsabilità. Come successo due anni fa con Sabatini che prese in mano la situazione. Quindi, o si procede alla cura, o si dà un taglio netto".

E nel focus su De Sanctis. "Senza giri di parole, conosco De Sanctis e il suo collaboratore Lo Schiavo. Sono dirigenti seri e preparati e stanno dando una impostazione, a livello di management, di buon livello. Quando mi riferisco a taglio tecnico, non mi riferisco tanto alla direzione sportiva e all'ara scouting, ma alla tipologia dell'allenatore che deve indirizzare la squadra. Se si dà continuità e tempo - perché Inzaghi merita tempo -, bisogna scendere una strada: un'unica strada".

Iervolino può far rientrare tutto nella normalità. Anche lui deve fare un passo avanti

Sulla gestione del caso Dia. "È un giocatore che manca alla Salernitana, mancano le sue stoccate. Sicuramente ci sono delle dinamiche a me sconosciute riguardo questo caso, così come a voi. Ci sono posizioni un po' contraddittorie. Ma non penso che in altri club non succedano queste cose. Alla fine deve tornare tutto e questo giocatore serve come il pane alla Salernitana. Almeno adesso, poi nel tempo si vedrà ma adesso la squadra è in difficoltà e c'è bisogno di lui". E continua. "Io ho notato una cosa. Iervolino è un personaggio quasi monocratico. Devo dire che in passato, in tutte le categorie, ho avuto a che fare con questa tipologia di figura. Io credo che possa fare bene questa autenticità. Ma quando si ha a che fare con una figura così - con le sue idee - può essere una persona che può garantire un ciclo importante. Ora anche lui sta facendo esperienza e adesso che si è affacciato al calcio, sta pagando dazio. Questa società avrà bisogno di dare continuità anche nella comunicazione. Ma fa parte del percorso. De Laurentiis o Cairo non erano così 15 anni fa. Non è che solo i dirigenti e i giornalisti devono fare questi step, ma anche i presidenti".

Infine, sul caos relativo al retroscena agostano in cui De Sanctis rassegnò le proprie dimissioni (respinte poi da patron Iervolino). "Si sta generando tanta confusione ma chi può far tornare alla normalità il tutto è il presidente, prendendo decisioni definitive, in un senso o nell'altro. Io auguro a Morgan di ritrovare la sua tranquillità. Purtroppo il nostro mestiere è così, siamo alla guida del progetto tecnico e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. In questo momento l'andazzo non mi piace per il bene che ho verso questa maglia. Ma la strada attuale non è quella giusta. Ci vuole continuità. Queste turbolenze, tra cambi di ds e allenatori, non sono da Serie A. Mentre la società e la piazza sono da Serie A".