Salernitana, Cannella a Granatissimi: «Rosa valida per centrare la salvezza»

«Nel calcio è importante che un dirigente faccia da cuscino tra giocatori, procuratori e tecnico»

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Salerno.  

Nell'ultima puntata di Granatissimi in onda su Ottochannel è intervenuto in collegamento telefonico il direttore sportivo Giuseppe Cannella, che ha parlato a 360 gradi del mercato della Salernitana e del lavoro di Morgan De Sanctis. «Sicuramente la Salernitana ha una struttura buona per la categoria e per il traguardo da raggiungere. Anche l'allenatore è uno che tatticamente sa come schierare i giocatori, capace anche di farti divertire».

Poi un'analisi sul mercato: «Se non si ha un budget importante a disposizione, si fa di necessità, virtù, e approfitti delle amicizie che hai creato nel mondo del calcio. Nel mio lavoro bisogna fare delle scommesse e De Sanctis pare che non abbia paura di questo. Quando acquisti un giocatore in prestito, invece, bisogna considerare che resta un calciatore che non è di tua proprietà. E che per queste operazioni c'è sempre la proprietà stessa della società che ti dà un indirizzo preciso su come procedere».

Sulla presunta contrapposizione tra il direttore sportivo e l'allenatore, Cannella ha fatto un'analisi più in generale. «C'è da considerare che il direttore ha il suo caratterino, c'ho parlato diverse volte. Io credo che De Sanctis abbia scelto l'attuale allenatore e questo rappresenta già una base solida. Ma faccio un esempio: alla Juventus è arrivato Giuntoli che non è bravissimo, è bravino, ma nei rapporti con la squadra e l'allenatore ha costruito la sua fortuna. È una qualità importante saper fare da cuscino tra giocatori, procuratori e allenatori... Oggi bisogna avere questa attitudine. Bisogna avere una buona capacità di sopportazione, e di questo parlo in generale, non necessariamente di De Sanctis».

E sul caso di Boulaye Dia. «Bisogna capire in primis da dove viene questa scelta. Se la scelta di multarlo viene dall'allenatore, è giusto portare avanti questo percorso, anche per dare esempio di rispetto disciplinare. Se invece questa viene da problemi con la società, stai togliendo potere all'allenatore. Ecco, se un allenatore può gestire pienamente il suo gruppo, può avere anche il potere di prendere decisioni. Si fanno le regole all'inizio e le si porta avanti. Poi, Dia è stato sul mercato a certe cifre e il calciatore ha anche immaginato di andare via. Se è arrivato per 10 milioni e ora se ne richiedono 25 ha pensato che sia anche giusto un miglioramento della situazione contrattuale».