Il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino è intervenuto in conferenza stampa per spiegare i motivi del reintegro in panchina di Davide Nicola.
La conferenza stampa di Danilo Iervolino
Buon pomeriggio a tutti, era doversoso rispetto a quanto promesso inizialmente di fare chiarezza, laddove c'era bisogno di dare un messaggio alla città ed ai tifosi. Volevo affidarvi il mio messaggio, in modo che possa passare in modo inequivocabile possa passare la nostra strategia. Cosa è successo? In questi mesi si è acuito, fantomaticamente, un problema interno alla Salernitana, tra il management e la parte sportiva. Cosa non vera. Che la squadra sia stata costruita bene lo crediamo tutti, che la squadra soffra di una mancanza di concentrazione, di fiato, di fisicità e gambe scariche lo vediamo. Abbiamo avuto delle visioni ma una visione convergente l'avevamo dal primo momento. Questa è una squadra che deve far bene ed entusiasmante.
A Bergamo abbiamo preso un'imbarcata storica, cosa che è successa anche alle grandi squadre. Ma la cosa che ha fatto venire l'idea che c'era qualcosa di grave era la non volontà di giocare al calcio, non abbiamo preso ammonizioni. E' stata quasi una disfatta, una mancata percezione del pericolo. Mi sono sentito in dovere di pensare di cambiare. Cosa si cambia? Il progetto tecnico abbastanza ma attraverso colui che è deputato a fare queste cose, il mister. Una persona che io stimo tantissimo.
I motivi del dietrofront
La cosa che mi fa ridere è aver ascoltato che non avessimo trovato un allenatore. Si sono offerti a noi almeno un centinaio di allenatori da ogni parte del globo, abbiamo ipotizzato un identikit e insieme al direttore sportivo avevamo iniziato dei colloqui, senza ansia. Volevamo una scelta sedimentata, la scelta più consapevole e più aderente alla nostra società. Ieri è successa una cosa unica nel calcio: ci siamo sentiti io e il mister per il tramite del ds gradiva parlarmi e mandarmi un messaggio di voler tornare ad allenare. Il messaggio mi è arrivato tramite il direttore sportivo, che ha speso mille parole positive. Qui non si parla solo di calcio ma storie di uomini che fanno cose importanti. Lui mi ha detto cose importanti, sulla città, sui tifosi, su me. E forse se non perdi una persona, non capisci mai quanto ti manca e quanto ti mancherà. Forse questa vicenda poteva essere gestita solo in questo modo.
E' giusto quindi che Nicola abbia un'altra chance, con l'impegno di non subire più mortificazioni come quelle subite a Bergamo.
La squadra è stata sentita. Ma la squadra deve essere allenata, non sceglie l'allenatore. Mi faceva, però, piacere sentire la loro posizione. Devo dire che Nicola, così come ho detto dal primo momento, è l'allenatore giusto per la Salernitana. Deve ritrovare energia, coraggio, il manico da leader carismatico. E solo lui la può trovare in se stesso. E mi auguro che questo possa accadere quanto prima.
Ci sono alcune cose a cui guardo: la prima è il gioco; poi ci sono i risultati che però devono essere anche letti in comparazione alle altre squadre.
Il futuro granata
Il progetto non ha subito un rallentamento, va avanti. Nicola è stato sfiduciato e poi ha riacquisito la fiducia. Mi sembra che lui dopo la sfiducia ha chiesto a gran voce di riavere la fiducia con amore e concentrazione. Mi aspetto tanto da lui, come è giusto che sia. Mi ha chiesto un atto di fede e di coraggio. Dal punto di vista della classifica e della ambizioni è chiaro che, naturalmente, debba cominciare a vedere con concretezza e assunzione di responsabilità quello che è l'obiettivo primario: il minimo è la salvezza come ho detto dal primo giorno, la seconda cosa è quella di poter sopravanzare la classifica, facendo bel gioco e valorizzando i giovani. Ad oggi pensiamo alla salvezza e a dare alla città di Salerno la giusta dignità calcistica.
Io con il direttore Sabatini ho un ottimo rapporto e sono convinto che ci siamo capiti benissimo. Ci siamo risentiti già dopo quindici giorni, abbiamo stemperato. Il nostro è un rapporto autentico, è una leggenda del calcio. Voglio dire ai tifosi che, avendo conquistato una salvezza incredibile, sono legati alla figura di Sabatini. Ma sono sicuro che lo diventeranno anche alla figura di De Sanctis. Morgan lo devo difendere di più, è un ragazzo che ce la mette tutta, tantissimi calciatori i primi mesi, se non i primi anni hanno sofferto il campionato italiano. Ma ricordiamo che Lovato e Pirola erano nel giro della Nazionale, abbiamo preso Dia e Piatek. Mi dispiace che sia criticato De Sanctis, ha fatto investimenti importanti che ci ripagheranno. Salerno, non so perché, è l'unica piazza che ha nella figura del direttore sportivo uno spauracchio o una figura da esaltare. Ma le squadre le fanno soprattutto i presidenti. Se c'è qualcosa che non è andato è stata colpa mia. Bisogna trovare armonia e abbassare il livello di scontro.
Fiducia a tempo? Tutto è a tempo. A Nicola ho chiesto di ricaricare la squadra. E' una squadra che perde duelli, non cerca la profondità e che esprime un gioco raffazzonato. E' una squadra che deve trovare energia e coraggio. Si deve ritrovare nel gioco di Nicola, un gioco aggressivo e di copertura.
I social fanno male perché sono dei disturbatori. Se ci fosse stato un altro allenatore prima di lunedì, sarebbe arrivato dopo due ore. Abbiamo fatto tante audizioni, alcuni meritevoli di allenare sono stati ascoltati. Qualche volta, ma raramente, avete imboccato la strada giusta, tante altre volte avete preso un'altra direzione ma sbagliata.
Ad un presidente che ha messo 47 milioni di euro di equity nelle casse del club, dire che richiamare Nicola è stato un ridimensionamento economico è quasi un'offesa. Noi teniamo alla Salernitana, stiamo lavorando per rimettere a posto un equilibrio interno, dare convinzione ai calciatori, alimentare furore agonistico e trasformare le occasioni di bel gioco anche in occasioni offensive. Questo stiamo facendo e questo ho chiesto a Nicola.
Mi dispiace per i tifosi che sono "disorientati e confusi". L'ho detto prima: questa prima ancora che una società, è una realtà che dà spazio alle storie di uomini. Richiedere immediatamente la fiducia, riprendere con energia quello che si è fatto e voler fare ancora meglio, è il carattere giusto per poter fare bene.
Se si potessero risolvere i contratti con i calciatori, forse uno potrebbe fare delle altre scelte. Ma siccome non si può, bisogna fare altre scelte. I calciatori sono i primi responsabili e da loro ci attendiamo di più.
Salernitana-Napoli è per me la partita del cuore. La squadra che in questo momento macina il gioco più bello d'Europa, una Salernitana che ha voglia di riscattarsi e dimostrare di non essere seconda a nessuno. Sono convinto che non sarà seconda a nessuno.
Mercato
Questa è una squadra forte, deve essere un po' valorizzata. C'è qualche giocatore che non ha fatto ancora il salto di qualità. O viene qualcuno che ci rinforza veramente o è meglio non prendere nessuno. Se dobbiamo prendere qualcuno, dobbiamo prenderlo pronto per scendere in campo e in grado di aiutarci. Abbiamo preso Ochoa e Nicolussi Caviglia, due gioielli. Ma dobbiamo soprattutto ritrovare cattiveria e voglia di fare bene.