Dalla salvezza alla debacle: Nicola-Salernitana, la fine di un grande amore

Trai alti e bassi il mister piemontese rimarrà nella storia del club

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Salerno.  

La notizia del giorno, in Italia, è certamente la cattura di Matteo Messina Denaro dopo trent'anni di latitanza. A livello locale, a Salerno, si parla però quasi unicamente dell'esonero di Davide Nicola, il tecnico che rimarrà impresso a fuoco nella memoria dei tifosi e della società. Tra i principali artefici dell'autentico miracolo sportivo compiuto l'anno scorso - quando riuscì a salvare la Salernitana sul filo di lana -, Davide Nicola ha incarnato, insieme all'ex direttore Walter Sabatini, i valori di una squadra che si è afferrata alla massima categoria con le unghie e con i denti, buttando il cuore oltre l'ostacolo e sfidando le funeste previsioni di metà stagione, che davano ai granata un 7% di possibilità di salvarsi. 

L'ottimo esordio con il Milan, il gioco senza risultati e, infine, la luce

Nicola ebbe il proverbiale battesimo del fuoco, facendo il suo esordio in panchina contro il Milan che, da lì a pochi mesi, si sarebbe coronato campione d'Italia. Un pirotecnico 2-2 sotto i riflettori dell'Arechi, con gol di Bonazzoli prima e Djuric poi, che mostrarono che, in fondo, la salvezza era ancora raggiungibile. Gli acquisti di Sabatini (tra tutti Bohinen, Ederson e Verdi) permisero alla Salernitana di cominciare a macinare gioco e creare quel terreno fertile per la raccolta di punti. Dal 16 aprile, la Bersagliera comincia un cammino di riscossa che scuote il campionato e fa crollare le certezze di chi, anzitempo, aveva previsto la condanna senza appello alla Serie B. 

Dopo l'1-2 sul campo della Samp, arriva la vittoria in extremis contro l'Udinese nel recupero del match saltato causa COVID, con Verdi a mettere la sua firma nell'ultima azione della partita. Una vittoria che rianima completamente la piazza e nel catino infernale dell'Arechi abbatte la Fiorentina di Italiano. 9 punti in 3 giornate. In quella successiva, il pareggio dolceamaro contro l'Atalanta di Gasperini. Le ultime giornate sono un misto di fede e dedizione. Nicola ha il match point per salvarsi miracolosamente in anticipo ma impatta sia contro il Cagliari che contro un Empoli già salvo. Si gioca tutto all'ultima con mister Nicola e il ds Walter Sabatini che provano a ribassare la tensione. Si gioca l'ultima in casa contro l'Udinese che non ha più nulla da chiedere al campionato. Alla coreografia più complessa mai realizzata dalla Curva Sud Siberiano non corrisponde, purtroppo, una prestazione degna delle migliori occasioni. I friulani schiantano i granata per 4-0 ma il Venezia resiste contro il Cagliari, che viene retrocesso ad appena un punto dai granata. 

Nicola compie il miracolo nel modo più rocambolesco possibile. Le lacrime di gioia di Nicola e Sabatini rimarranno nell'immaginario collettivo per gli anni a seguire. 

Da Sabatini a De Sanctis: un amore mai sbocciato

Poi, stagione nuova, interpreti nuovi. Sabatini divorzia da Iervolino e al suo posto arriva Morgan De Sanctis, con cui mister Nicola avrà sempre un rapporto non semplice. Eppure le cose cominciano bene, con i granata che mostrano una energia e una qualità mai apprezzate prima d'ora. Il meglio arriva nella vittoria corsara all'Olimpico per 3-1 contro la Lazio, in cui Nicola firma il suo capolavoro tattico. Poi, la crisi di gioco che preannuncia quella dei risultati. Dalla sconfitta per 3-0 sul campo del Monza nell'ultima giornata di campionato del 2022 (prima dello stop per i Mondiali in Qatar), qualcosa sembra essersi incrinato definitivamente. A gennaio, alla ripresa, arrivano due sconfitte e un pareggio. Fatale l'8-2 inflitto dalla Dea alla squadra di Nicola, che già era in bilico prima della sfida di Bergamo. 

Davide Nicola lascia la Salernitana con un buon margine di punti sulla zona retrocessione e, soprattutto, lascia un meraviglioso ricordo. Una persona capace di rianimare una squadra stravolta dalle ben note vicende extracalcistiche (Lotito, qualcuno si ricorda? Sembra passata un'era) e darle una identità, un gioco e una cattiveria inaudita. 

Un ricordo per sempre: dal 7% al 100%

Nicola rimarrà per sempre, insieme ad un illustre collega, come l'uomo del 7% (che arrivo poi al 100%). Che per quanto sia dura e sembri impossibile, non è finita finché non è finita. Che ricalcando le orme del Cholo Simeone che diceva costantemente che se si lavora, si può fare, così Nicola ha messo al centro la dedizione per il lavoro, la centralità dell'allenamento, l'importanza di quanto i dettagli facciano la differenza. 

Ad maiora, mister.