Il Bologna lunedì sera con lo Spezia ha trovato la sua prima vittoria del 2022, ma ora non vuole fermarsi. Lo conferma Sinisa Mihajlovic alla vigilia dell'incontro con la Salernitana. «Io guardo sempre al lato positivo delle cose - ha detto il tecnico - ed è così anche oggi dopo la vittoria con lo Spezia. Siamo a due punti dal nostro obiettivo, rimaniamo positivi anche se sappiamo di andare a giocare in un campo difficile. I tifosi sono passionali, la Costiera è fantastica, c'è il sole, bel clima, poi Sabatini ha fatto un ottimo lavoro. A me piace la gente del Sud e spero riescano nel loro miracolo cominciando a vincere tutte le partite tranne quella di domani. Loro si giocheranno la vita come successo a noi tre anni fa, quindi faranno di tutto per portare a casa il risultato. Ci saranno 30mila persone e non siamo abituati ad ambienti caldi a causa della pandemia. Noi dovremo farci trovare pronti lavorando su noi stessi, serve calma, siamo più forti ma non dobbiamo sbagliare l'atteggiamento».
Mihajlovic si sofferma su Walter Sabatini, pochi mesi fa al Bologna, oggi alla Salernitana: «Sono legato a lui, è un amico - ha continuato il tecnico serbo -. Ha fatto subito una grande cosa a Salerno ridando entusiasmo e fiducia, questo è il bello del calcio e dello sport. Durante il percorso si incontrano bellissime persone. Io dovrei avere squadre da 65 punti? Spero di farli col Bologna, sappiamo che la strada è lunga, io qui sto bene e ne abbiamo passate tante assieme, tra l'altro sono cittadino onorario, la città rimarrà sempre nel mio cuore così come la società. Non potrò mai comportarmi male, ho un obbligo in più. Nel mio piccolo penso di aver fatto qualcosa per il Bologna e finora gli obiettivi li abbiamo sempre raggiunti. Proveremo fino all'ultimo di arrivare a sinistra poi cosa succederà nel futuro non lo so dire. A Bologna ci sono tutti i presupposti per fare qualcosa di importante, io sono concentrato sul mio lavoro, sono contento di stare qua, lo ribadisco, la cosa importante è che io dia il massimo rimanendo equilibrato». Risponde poi alla domanda se è ancora il tecnico che dopo il primo anno disse "se devo lottare per il decimo posto sto a casa".
«Sì - ha detto in modo convinto - sono sempre ambizioso. Sono fatto così, però non sono sprovveduto e il mondo è cambiato. C'è bisogno di un adattamento ma la mia ambizione è sempre intatta, purtroppo nessuno poteva prevedere la mia malattia e il Covid. Io per il Bologna ho un debole, magari se fossi stato in altre società avrei reagito diversamente».
Quindi l'inevitabile paragone con Nicola, entrambi allenatori legati alle salvezze delle società per il loro temperamento: «Nella vita ti danno le etichette, credo che oltre alla scintilla entrambi siamo allenatori più completi. Mi dicono che io sia un sergente di ferro ma poi se chiedi ai giocatori non credo di essere pesante, lascio vivere, poi ci sono cose dove serve insistere. Non c'è solo l'aspetto motivazionale perché nel nostro lavoro se hai dieci lauree non basta, te ne manca sempre una. Poi lo staff è fondamentale perché hai bisogno di persone che sappiano più di te su alcune cose. La scintilla non dura sempre».
Quindi alcune note sui giocatori, partendo da Schouten accanto a lui durante la conferenza stampa: «È normale che non giocando da cinque mesi avesse qualche difficoltà all'inizio. Manca ancora fiducia, ritmo, tempi, ma lui è molto intelligente e io l'ho sempre considerato la nostra lavatrice, quello che prende palloni sporchi e li dà puliti. Lo sta facendo, mi aspetto un ulteriore salto di qualità per diventare il cervello del nostro centrocampo, non più lavatrice ma professore. Ha tutte le qualità per farlo». Su Arnautovic ha aggiunto: «Sta bene, si allena bene, non ha problemi. Ha fatto quello che doveva fare, mi aspetto continui così, lo abbiamo preso per quello. Barrow ha preso una botta, ma gli ho detto che lui si deve preoccupare quando non le prende le botte, significa che non hanno altro modo di fermarlo. Non abbiamo problemi, siamo al completo ci mancano solo Dominguez e Santander».
Infine i due importanti rientri, smaltite le squalifiche, di Medel e Svanberg: «Possono giocare o stare in panchina, tatticamente non cambia niente ma abbiamo due soluzioni in più visto che ci sono i 5 cambi. Il nostro modo di giocare sarà dispendioso e avremo bisogno di forze fresche. Dovranno essere tutti pronti, ma giocano solo in 11. L'importante è che tutti diano il 100%. Sono contento della squadra e della vittoria di lunedì perché tutti hanno dato un contributo».
(ITALPRESS)